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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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Le prime forme di sottosviluppo umano, legate al concetto stesso di povertà come<br />

“incapacitazione”, evidenziate da Sen sono la fame, la mancanza di libertà e diritti<br />

civili fondamentali, la sicurezza. È insensato sostenere, come alcuni fanno, che si<br />

possa scegliere un <strong>per</strong>corso di sviluppo che inizialmente neghi i diritti civili <strong>per</strong><br />

accelerare la crescita economica e così combattere la fame. È insensato <strong>per</strong> due<br />

ordini di motivi: <strong>per</strong>ché non è <strong>una</strong> buona definizione di sviluppo quella che tenga<br />

conto solo <strong>del</strong>la crescita <strong>del</strong> Pil e non <strong>del</strong>la libertà <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone; e <strong>per</strong>ché non c'è<br />

vera lotta alla fame senza democrazia. Tanto è vero che, secondo Sen, i fatti<br />

dimostrano che nelle democrazie non ci sono carestie e queste avvengono solo nei<br />

paesi governati in modo dittatoriale.<br />

Centrale nell’o<strong>per</strong>a seniana la <strong>critica</strong> alla “mania quantitativa” di molti economisti<br />

che considerano il reddito come unico indicatore di povertà: Sen non nega che vi sia<br />

<strong>una</strong> correlazione tra il basso reddito e l'analfabetismo, la cattiva salute, la fame e la<br />

denutrizione, ma la correlazione tra le variabili non significa necessariamente un<br />

rapporto di causalità. A questo punto, l’economista indiano mostra come la crescita<br />

<strong>del</strong> reddito non abbia molto a che fare con la riduzione <strong>del</strong>la disuguaglianza sociale e<br />

<strong>del</strong>la povertà umana, quella che le statistiche sul reddito, appunto, non riescono a<br />

registrare fino in fondo. A sostegno di questa tesi, Sen porta ad esempio dati che<br />

dimostrano che la probabilità di vita degli afroamericani che vivono negli Stati Uniti<br />

è inferiore a quella degli abitanti di paesi come la Cina e lo stato indiano <strong>del</strong> Kerala:<br />

nonostante che gli afroamericani abbiano redditi enormemente su<strong>per</strong>iori di quelli dei<br />

cinesi o dei keraliani. Inoltre, introducendo un discorso sull’uguaglianza, si afferma<br />

che anche tra gli afroamericani ci sono differenze: i meno fort<strong>una</strong>ti, i maschi che<br />

vivono in grandi città come New York, <strong>per</strong> esempio ad Harlem, hanno meno<br />

probabilità di raggiungere i quarant'anni di età dei maschi nati nel Bangladesh<br />

nonostante che i nati nel Bangladesh abbiano un reddito infinitamente inferiore a<br />

quello dei neri di Harlem. Questo <strong>per</strong>ché la qualità <strong>del</strong>la vita è correlata al reddito,<br />

ma non è spiegata solo dal reddito: anzi, in certi casi il reddito è <strong>una</strong> misura<br />

fuorviante.<br />

Con questo suo approccio, sicuramente Sen innova la scienza economica di chi<br />

ritiene che l'economista non si debba occupare di giudizi di valore. La sua nozione di<br />

“sviluppo im<strong>per</strong>niato sulla libertà” non è troppo diversa da quella di chi si occupa di<br />

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