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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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maggiormente desiderabile <strong>per</strong> il genere umano, e non piuttosto uno dei piùtristi<br />

sintomi di <strong>una</strong> fase <strong>del</strong> processo produttivo”. Inoltre aggiunge nel 1857: “Non posso..<br />

considerare lo stato stazionario <strong>del</strong> capitale e <strong>del</strong>la ricchezza con la palese avversione<br />

così generalmente manifestata verso di esso dagli economisti <strong>del</strong>la vecchia scuola.<br />

Sono propenso a credere, in complesso, che esso rappresenterebbe un notevolissimo<br />

miglioramento rispetto alle nostre condizioni attuali”(Daly, 1981, p.22).<br />

Per capire cosa intenda Daly <strong>per</strong> sostenibilità e stato stazionario è bene partire dal<br />

suo “esempio <strong>del</strong> battello”: “l’internalizzazione <strong>del</strong>le esternalità è <strong>una</strong> buona<br />

strategia <strong>per</strong> adattare ottimamente l’allocazione di risorse, facendo sì che i prezzi<br />

relativi rappresentino, in modo più appropriato, i costi marginali sociali relativi. Ma<br />

ciò non rende il mercato capace di fissare i propri confini fisici assoluti con<br />

l’ecosistema più allargato. Per fare un’analogia: uno stivaggio appropriato<br />

distribuisce il peso nel battello in modo ottimale, così da massimizzare il carico<br />

trasportato. Ma c’è ancora un limite assoluto a quanto peso un battello possa<br />

trasportare, anche se questo è sistemato in modo ottimale. Il sistema dei prezzi può<br />

distribuire il peso regolarmente, ma, a meno che non sia integrato da un limite<br />

assoluto esterno, continuerà a distribuire uniformemente il peso addizionale fino a<br />

che il battello, caricato in modo opportuno, affonda”.(Daly, 1994)<br />

In altre parole, la capacità <strong>del</strong>la Terra è limitata: l’economia non può non accettare i<br />

vincoli biofisici assoluti che il sistema termodinamico chiuso su cui viviamo<br />

comporta. Per definire lo stato stazionario, Daly parte dal primo principio <strong>del</strong>la<br />

termodinamica e cioè dal fatto che l’energia e la materia non possono essere né<br />

create né distrutte, ma solo trasformate: “l’uomo trasforma le materie prime in merci<br />

e le merci in rifiuti.” Prende poi in considerazione il secondo principio <strong>del</strong>la<br />

termodinamica e l’entropia <strong>per</strong> definire i vincoli e i flussi di un “sistema a<strong>per</strong>to” in<br />

stato stazionario o in equilibrio biofisico con l’ambiente esterno. Daly individua nel<br />

secondo principio e nell’entropia la coordinata fisica fondamentale <strong>del</strong>la scarsità: “se<br />

non fosse <strong>per</strong> la legge <strong>del</strong>l’entropia, non ci sarebbe alc<strong>una</strong> <strong>per</strong>dita; potremmo<br />

bruciare lo stesso litro di benzina in eterno, e il nostro sistema economico non<br />

avrebbe alcun rapporto con il resto <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>la natura”.<br />

Si arriva così alla definizione di economia in stato stazionario: “un’economia con<br />

“stock” costanti di <strong>per</strong>sone e prodotti, mantenuti a livelli desiderati, sufficienti, con<br />

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