Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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equivalenti è biunivoco. Nello scambio di equivalenti la relazione <strong>del</strong>la controparte<br />
(ad esempio, il pagamento) non è libera ma necessitata. Nella relazione di reciprocità<br />
non è così. Innanzitutto, nella relazione di reciprocità il trasferimento <strong>del</strong>la cosa<br />
precede, non è vincolato alla determinazione <strong>del</strong> prezzo di equilibrio. In secondo<br />
luogo, colui che riceve non è affatto obbligato a contraccambiare. Il principio di<br />
reciprocità postula, all’origine, l’atto di gratuità, dove gratuità, <strong>per</strong>ò, non vuol dire<br />
non essere pagati, gratuità è un’ esplicitazione <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> dono. Il principio e la<br />
cultura <strong>del</strong>la reciprocità è elemento fondamentale affinché sia il mercato che lo stato<br />
possano funzionare.<br />
L’idea <strong>del</strong>l’Economia Civile è esattamente questa: noi abbiamo bisogno sicuramente<br />
<strong>del</strong>lo scambio di equivalenti, <strong>per</strong>ché l’efficienza è cosa buona, sicuramente abbiamo<br />
bisogno <strong>del</strong>la redistribuzione, <strong>per</strong>ché l’equità è cosa buona, ma non basta. Abbiamo<br />
bisogno di far circolare a livello economico, non solo a livello di presupposto, anche<br />
il principio di reciprocità. Abbiamo bisogno che nella società, di cui stiamo parlando,<br />
le pratiche <strong>del</strong>la reciprocità non siano, come dire, un’eccezione, ma siano la regola.<br />
Perché soltanto la pratica <strong>del</strong>la reciprocità serve a tenere in piedi ed a far funzionare<br />
bene sia il mercato sia lo Stato. La cultura <strong>del</strong>la modernità, cioè degli ultimi due<br />
secoli, due secoli e mezzo, ha avuto questo difetto: averci fatto credere che bastasse<br />
l’efficienza e l’equità.<br />
L’economia <strong>civile</strong> è necessaria <strong>per</strong> ricucire quel gap che la scienza economica,<br />
attraverso la politica economica, ha scavato tra etica ed economia, tra ricerca <strong>del</strong>la<br />
felicità e ricerca <strong>del</strong>la ricchezza. La teoria economica mainstream, fondata su<br />
utilitarismo e sull’equilibrio, tende a mettere in contrapposizione efficienza ed equità<br />
(la famigerata metafora <strong>del</strong>la torta è indicativa) individuando l’economia come tutto<br />
ciò che non- tuismo, cioè tutto ciò che è anonimo e strumentale. (p.105) L’economia<br />
neoclassica ha espulso il principio di reciprocità dall’economia e con esso ogni tipo<br />
di collegamento tra etica e scienza economica.<br />
Il fine cui tende il principio di reciprocità è la fraternità, il principio di fraternità.<br />
La fraternità è <strong>una</strong> <strong>del</strong>le tre parole sulla base <strong>del</strong>le quali è stata combattuta la<br />
rivoluzione francese: liberté, egalitè, fraternitè, ma la parola fraternità è stata<br />
respinta di fatto negli ultimi due secoli. Ma la fraternità non è la stessa cosa <strong>del</strong>la<br />
solidarietà <strong>per</strong>ché quest’ultima, che è fondamentale, è il principio che tende a rendere<br />
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