Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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L’origine <strong>del</strong>lo sviluppo: Gilbert Rist<br />
Gilbert Rist, professore all'Istituto universitario di studi sullo sviluppo (IUED) di<br />
Ginevra, si è occupato di analizzare nel profondo la tematica <strong>del</strong>lo sviluppo.<br />
Fortemente critico <strong>del</strong>le idee “sviluppiste”, così come Latouche, Georgescu-Roegen<br />
e W. Sachs 4 , Gilbert Rist dedica un saggio allo “sviluppo”: “<strong>Sviluppo</strong>: storia di <strong>una</strong><br />
credenza occidentale”.<br />
Il sottotitolo già preannuncia la tesi di fondo: l'idea di "sviluppo", con le conseguenti<br />
promesse di maggior benessere <strong>per</strong> i popoli è solo <strong>una</strong> recente credenza occidentale,<br />
<strong>una</strong> fede (il termine è di Rist), <strong>una</strong> fede nel senso più deteriore, inventata nei paesi<br />
occidentali a capitalismo maturo ed esportata anche nei paesi terzomondisti e<br />
"sottosviluppati".<br />
Per l’economista francese lo sviluppo è <strong>una</strong> mediocre e passeggera credenza: <strong>per</strong>ché<br />
lo sviluppo economico, dove si è imposto, lungi dal migliorare le sorti <strong>del</strong>l'umanità e<br />
<strong>del</strong> pianeta, le ha aggravate notevolmente, approfondendo le ingiustizie sociali<br />
preesistenti, generando nuovi meccanismi di esclusione a danno <strong>del</strong>la stragrande<br />
maggioranza <strong>del</strong>l'umanità (ed a vantaggio di pochi), minacciando <strong>una</strong> volta di più gli<br />
equilibri ecologici (vedi deforestazione e desertificazione crescenti, effetto serra,<br />
allargamento <strong>del</strong> buco <strong>del</strong>l'ozono, estinzione di specie animali e vegetali, ecc.),<br />
trascinando verso un produttivismo insano e unilaterale, che ha comportato lo<br />
sradicamento alienante di popoli e culture.<br />
La fine <strong>del</strong> sovietismo, salutata da molti come <strong>una</strong> liberazione, ha, di fatto, agevolato<br />
il trionfo definitivo <strong>del</strong> liberalismo e i programmi "sviluppisti", apparsi più credibili<br />
nella formula neoliberistica rispetto alle versioni produttivistiche socialiste, accusate<br />
di inefficienza.<br />
In realtà, “questa credenza, così comunemente condivisa <strong>per</strong>ché ovunque imposta,<br />
non corrisponde ad alc<strong>una</strong> realtà storica”, scrive Rist ( Rist, 1997, p. 216), ed i fe<strong>del</strong>i<br />
(gli sviluppisti) “non si preoccupano <strong>del</strong> fatto che le loro proprie pratiche<br />
contraddicono regolarmente i valori ai quali dichiarano di aderire” (p. 218).<br />
4 Di Wolfgang Sachs si segnalano: “Dizionario <strong>del</strong>lo sviluppo” (1998) e “Archeologia <strong>del</strong>lo sviluppo.<br />
Nord e Sud dopo il tracollo <strong>del</strong>l’Est” (1992)<br />
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