Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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proprio mercato sociale. Questo mo<strong>del</strong>lo prevede un “mercato” composto da imprese<br />
sociali e civili formate dai cittadini. (Zamagni, 2004, capitolo ottavo).<br />
Alla base di questo ragionamento c’è l’idea seniana <strong>del</strong>le capacitazioni (capitolo<br />
terzo) in cui l’attenzione non è posta sulla prestazione ma sulla capacità degli<br />
individui di poterne usufruire. Il rapporto tra Stato e cittadini non può né diventare un<br />
rapporto erogatore – utente né, come vorrebbero i liberisti, un rapporto venditore –<br />
utente ma bisogna favorire l’organizzazione di <strong>una</strong> vera e propria struttura<br />
istituzionale fondata sulle libertà civili e la società <strong>civile</strong>.(pp. 237-238). Un mo<strong>del</strong>lo<br />
di sviluppo basato sulle capacitazioni necessita un mo<strong>del</strong>lo di welfare <strong>civile</strong> e<br />
partecipato.<br />
In conclusione di questo paragrafo si possono già intuire i lineamenti di un<br />
<strong>paradigma</strong> <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>civile</strong>, ma è necessario chiarire due aspetti fondamentali: il<br />
capitale sociale e la felicità.<br />
Il capitale sociale, così come si è visto nel paragrafo precedente, è un elemento<br />
centrale <strong>per</strong> lo sviluppo poiché attraverso ad esso si favoriscono fiducia e<br />
coo<strong>per</strong>azione <strong>civile</strong>. (Radhuber 2008, p.8). Zamagni, precisamente, parla di capitale<br />
<strong>civile</strong>, concetto ancora più ampio che comprende il capitale sociale (cioè le relazioni,<br />
come inteso da Trigilia), l’assetto istituzionale democratico e la capacità di produrre<br />
beni relazionali.<br />
La felicità non è sinonimo di ricchezza così come sviluppo non è sinonimo di<br />
crescita ed in questo la posizione <strong>del</strong>l’economia <strong>civile</strong> ricalca le critiche seniane a cui<br />
si è dato spazio nel terzo capitolo. Inoltre l’economia <strong>civile</strong> accoglie il contributo di<br />
quegli studi che legano la felicità <strong>del</strong>le <strong>per</strong>sone al loro grado di partecipazione alla<br />
vita <strong>civile</strong>, politica e democratica. L’economia <strong>civile</strong>, in conclusione, vorrebbe<br />
umanizzare il mercato rendendolo luoghi di incontri civili e civilizzanti, dove la<br />
felicità torni ad essere al centro <strong>del</strong> pensiero economico stesso.<br />
In questo senso è corretto introdurre ora il <strong>paradigma</strong> <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>civile</strong>, inteso<br />
come miglioramento qualitativo e quantitativo <strong>del</strong> capitale <strong>civile</strong>, in un contesto di<br />
democrazia economica sostenibilità ambientale.<br />
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