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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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L’idea che esista questo “circolo vizioso <strong>del</strong>la povertà” è stata abbandonata<br />

dall’odierna visione liberista <strong>del</strong>l’economia mainstream, basata proprio sulle teorie<br />

<strong>del</strong>l’economista inglese, che nega questo circolo affermando che anche i paesi<br />

arretrati non sono immuni dall’accumulazione <strong>del</strong>la ricchezza. In tutte le società,<br />

anche quelle più primitive, vi è lo stimolo al baratto prima e al commercio poi.<br />

Questa tendenza dei cittadini dei paesi sottosviluppati allo scambio di beni e servizi<br />

deve essere sfruttata in tutta la sua interezza in quanto è il commercio, anche su<br />

piccola scala o informale, il vero motore <strong>del</strong>lo sviluppo. Secondo Bauer, dopo essersi<br />

convertiti alla “fede” nel libero commercio, la strada verso la pros<strong>per</strong>ità economica<br />

diventa più semplice da <strong>per</strong>correre. Al contrario, continuare a giustificare sentimenti<br />

compassionevoli <strong>del</strong>l’Occidente nei confronti <strong>del</strong> Terzo Mondo, fornendo aiuti<br />

finanziari in misura esponenziale, non può essere che dannoso: essi creano solo<br />

dipendenza e impediscono la crescita.<br />

“Lord Bauer è un economista classico: i motori <strong>del</strong>lo sviluppo sono l’impresa, il<br />

commercio e l’ampliamento dei mercati.[…]. Per Bauer, il punto cruciale è il<br />

passaggio dalla produzione di sussistenza a quella <strong>per</strong> il mercato.” 3<br />

Bauer non può <strong>per</strong>ò essere considerato un economista classico tout court dato che<br />

rifiuta categoricamente l’approccio storicista che tende a costruire teorie generali. In<br />

quest’ottica Bauer è certamente più vicino ad Hayek e alla Scuola Austriaca che a<br />

Smith o Ricardo.<br />

L’economista inglese, distinguendosi fortemente dai neoclassici, affronta “il<br />

problema <strong>del</strong>lo sviluppo” soffermandosi non solo sugli aspetti tradizionali<br />

<strong>del</strong>l’analisi economica, quali l’ammontare degli investimenti, l’offerta di<br />

infrastrutture, le risorse naturali, etc. ma facendo anche riferimento ai fattori<br />

culturali e politici dei singoli paesi sottosviluppati considerati: le attitudini, i costumi<br />

e le tradizioni dei singoli cittadini e <strong>del</strong>le comunità di questi paesi.<br />

La <strong>critica</strong> di Bauer sul metodo degli economisti <strong>del</strong>lo sviluppo mainstream si<br />

concentra nella “matematizzazione” <strong>del</strong>l’approccio ai temi <strong>del</strong>lo sviluppo. Mentre<br />

inizialmente si poteva utilizzare un linguaggio più descrittivo ed evitare il ricorso a<br />

funzioni e mo<strong>del</strong>li analitici, col passare degli anni l’uso di metodi econometrici è<br />

3 Michael Lipton in G.Meier e D. Seers “I pionieri <strong>del</strong>lo sviluppo” Roma. ASAL 1988 cit. pag. 66<br />

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