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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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La decrescita di Serge Latouche<br />

Serge Latouche, filosofo ed antropologo <strong>del</strong>l’economia, si pone in <strong>una</strong> posizione di<br />

assoluta <strong>critica</strong> nei confronti <strong>del</strong> concetto stesso di sviluppo. In contrasto con lo<br />

“sviluppo sostenibile” di Daly, l’autore francese fonde la bioeconomia di Goergescu-<br />

Roegen e l’antropologia di Mauss, debitrice <strong>del</strong>l’impostazione di Karl Polanyi.<br />

Come si vedrà più dettagliatamente nel paragrafo successivo l‘etnocentrismo <strong>del</strong><br />

concetto stesso di sviluppo è il primo limite <strong>del</strong> concetto stesso. Latouche si sofferma<br />

molto su questo punto e pensa che se il concetto di sviluppo indica necessariamente<br />

ciò che esso ha in comune con l'es<strong>per</strong>ienza occidentale <strong>del</strong> decollo <strong>del</strong>l'economia così<br />

come si è strutturata a partire dalla rivoluzione industriale in Inghilterra negli anni<br />

1750 –1800 qualunque sia l'aggettivo che gli si accosti, il contenuto implicito o<br />

esplicito <strong>del</strong>lo sviluppo è la crescita economica, l'accumulazione <strong>del</strong> capitale, con<br />

tutti gli effetti positivi e negativi che conosciamo: competizione spietata, crescita<br />

senza limiti <strong>del</strong>le disuguaglianze, saccheggio senza ritegno <strong>del</strong>la natura. Ora, il<br />

nocciolo duro che tutti gli sviluppi hanno in comune con quella es<strong>per</strong>ienza è legato a<br />

"valori" che sono il progresso, l'universalismo, il dominio <strong>del</strong>la natura, la razionalità<br />

quantificabile. Questi valori sui quali poggia lo sviluppo e, particolarmente il<br />

progresso, non corrispondono affatto alle aspirazioni universali profonde .<br />

Esse sono legate alla storia <strong>del</strong>l'Occidente, raccolgono poca eco nelle altre società. Al<br />

di là dei miti sui quali è basata, l'idea <strong>del</strong>lo sviluppo è totalmente priva di senso e le<br />

prassi ad essa legate sono assolutamente impossibili <strong>per</strong>ché impensabili. Secondo<br />

Latouche tali valori occidentali sono precisamente quelli che bisogna rimettere in<br />

discussione <strong>per</strong> trovare <strong>una</strong> soluzione ai problemi <strong>del</strong> mondo contemporaneo (e <strong>del</strong>la<br />

"mondializzazione" liberale à la Truman) ed evitare le catastrofi verso le quali ci<br />

porta l'economia mondiale. È chiaro che è lo sviluppo realmente esistente quello che<br />

da due secoli domina, che ingigantisce i problemi sociali e ambientali attuali:<br />

esclusione, sovrappopolamento, povertà, inquinamenti vari ecc. Lo "sviluppismo"<br />

manifesta la logica economica in tutto il suo rigore. In questo <strong>paradigma</strong> non c'è<br />

posto <strong>per</strong> il rispetto <strong>del</strong>la natura reclamato dagli ecologisti né <strong>per</strong> il rispetto<br />

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