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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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questioni come la “qualità <strong>del</strong>la vita”. In questo, come si è già visto, prende le<br />

distanze dall'eccesso di matematizzazione <strong>del</strong>l'economia contemporanea ma sente<br />

<strong>una</strong> vicinanza invece con alcune istanze <strong>del</strong>l'economia originaria. La sua valutazione<br />

è semplice: “Quest'attenzione alla qualità <strong>del</strong>la vita e alle libertà sostanziali, anziché<br />

solo a reddito e ricchezza, può forse sembrare un allontanarsi dalle solide tradizioni<br />

<strong>del</strong>la scienza economica, e in un certo senso lo è davvero (soprattutto in confronto ad<br />

alcune rigorose analisi centrate sul reddito che troviamo tra gli economisti<br />

contemporanei); ma in realtà questo approccio più ampio è in armonia con alcuni<br />

orientamenti analitici che appartengono alla professione <strong>del</strong>l'economista fin dai<br />

primordi” (Sen, p. 30). A questo proposito Sen cita <strong>una</strong> serie di punti di riferimento,<br />

da Aristotele ad Adam Smith (capitolo primo), almeno <strong>per</strong> quanto riguarda la sua<br />

analisi dei beni necessari e <strong>del</strong>le condizioni di vita. Per l’economista indiano da<br />

rinnovare è l'eccesso di analisi quantitativa, il rifiuto assurdo di occuparsi <strong>del</strong> valori<br />

in economia (Sen, 2004), l’ossessiva concentrazione sul reddito, l’utilità e la crescita.<br />

A questo punto è necessario analizzare la “ricetta” prevista da Sen <strong>per</strong> favorire lo<br />

sviluppo di un paese, o meglio ancora, degli individui.<br />

Si può tranquillamente affermare che, al contrario di molti suoi predecessori<br />

“sviluppisti”, l’economista indiano non abbia <strong>una</strong> vera e propria ricetta taumaturgica<br />

ed universale: l’approccio seniano è assolutamente pratico e sostanziale.<br />

Sen analizza in che modo la ragione umana possa concepire e promuovere società<br />

migliori e più accettabili: come si può creare uno sviluppo.<br />

L’economista indiano individua tre critiche all’idea che si possano creare dei mo<strong>del</strong>li<br />

di sviluppo.<br />

La prima afferma che, dato che <strong>per</strong>sone diverse hanno preferenze e valori eterogenei,<br />

non è possibile dunque dare ai nostri ragionamenti un impianto coerente.<br />

La seconda <strong>critica</strong> è metodologica: l’uomo non è in grado di ottenere ciò che intende<br />

ottenere, infatti la storia è dominata dalle “conseguenze non volute”: queste<br />

conseguenze non possono <strong>per</strong>mettere decisioni razionali collettive.<br />

La terza <strong>critica</strong> si fonda sull’ambito dei valori umani e <strong>del</strong>le norme di<br />

comportamento: l’uomo sceglie anche al di là <strong>del</strong> “gretto interesse <strong>per</strong>sonale”? Se la<br />

risposta è negativa, esiste un solo sistema, cioè il mercato.<br />

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