06.06.2013 Views

Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

• <strong>Sviluppo</strong> locale come alternativa “strategica” allo sviluppo economico tout-<br />

court, autosufficienza <strong>del</strong>le comunità locali come antidoto alla<br />

“colonizzazione” esterna. L’idea principale è quella di localismo autarchico,<br />

cioè <strong>una</strong> chiusura difensiva verso i processi globalizzanti (Trigilia 2005)<br />

• •<strong>Sviluppo</strong> locale come processo spontaneo nel quadro <strong>del</strong> laissez-faire, con<br />

esiti guidati da <strong>una</strong> razionalità implicita, da “ordine spontaneo”. Questo<br />

processo, chiamato dinamismo locale è basato meramente sulla crescita<br />

economica <strong>per</strong>fettamente inserita nel <strong>paradigma</strong> economicista. Questo<br />

concetto è fortemente <strong>critica</strong>to <strong>per</strong>ché tende a confondere uno sviluppo locale<br />

con un localismo eterodiretto dove la crescita dei sistemi locali avviene<br />

secondo logiche di sviluppo globali (Latouche, 2005, p.40)<br />

• Lo sviluppo locale come processo auto-organizzativo che si fonda sulle<br />

capacità di coo<strong>per</strong>azione e di strategia dei soggetti locali.<br />

Le politiche di sviluppo regionale di natura statale non hanno mai colto l’importanza<br />

dei sistema locali proponendo politiche di tipo keynesiano a sostegno <strong>del</strong>la domanda<br />

regionale. Lo sviluppo locale scardina la logica <strong>del</strong> sostegno alla crescita attraverso<br />

<strong>una</strong> nuova impostazione <strong>del</strong>l’economia istituzionalista. “Da quest’ultima deriva<br />

l’idea che l’economia è plasmata da forze collettive stabili, che la rendono un<br />

processo “istituito” e non un sistema meccanico basato sulle preferenze individuali.<br />

Le forze collettive sono, da un lato, le istituzioni formali – regole, leggi,<br />

organizzazioni – e, dall’altro, quelle informali, come le abitudini individuali, le<br />

routine di gruppo e i valori e le norme sociali (Amin, 1999 in De Luca, Salone 2008,<br />

p.55)<br />

L’idea di fondo è quella di valorizzare la ricchezza dei luoghi come fonte primaria di<br />

sviluppo e rinnovamento, assicurando la competitività economica mobilitando il<br />

potenziale endogeno <strong>del</strong>le regioni meno favorite. Si favoriscono interventi locali, dal<br />

basso, specifici <strong>per</strong> ciasc<strong>una</strong> regione, di lungo <strong>per</strong>iodo e incentrati su <strong>una</strong> pluralità<br />

di attori che rompono con l’ortodossia <strong>del</strong>la politica economica (Amin, 1999)<br />

Sulla base di questi assunti, lo stimolo allo sviluppo economico è visto in <strong>una</strong><br />

prospettiva nuova:<br />

142

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!