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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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fenomeni di spoliazione e depredamento di risorse naturali dovuti al prevalere di<br />

atteggiamenti predatori: “La ripartizione ottima <strong>del</strong>le risorse e degli impieghi<br />

attraverso il meccanismo dei prezzi e attraverso il gioco <strong>del</strong>le decisioni individuali<br />

risulta un’amara irrisione <strong>per</strong> chi prende in considerazione gli aggregati e gli effetti<br />

di lungo <strong>per</strong>iodo. L’imprenditore e il mercante distruggono la foresta, depredano i<br />

fattori naturali, si dimostrano altrettanto irrispettosi <strong>del</strong>la vita degli animali e <strong>del</strong>le<br />

piante quanto di quella degli uomini. Quando <strong>una</strong> politica <strong>del</strong>la ‘conservazione’<br />

viene ad essere decisa, essa è dovuta alla saggezza limitata, tardiva e precaria di<br />

alcune élite: certamente non alle spontaneità e agli automatismi <strong>del</strong> mercato. Le<br />

‘armonie naturali’ di F. Bastiat sembrano decisamente aver <strong>per</strong>so molta <strong>del</strong>la loro<br />

efficacia, benefica ed estetica insieme” (Perroux 1991, p. 375)<br />

Il contributo fondamentale <strong>del</strong>l’economista francese <strong>per</strong> quanto riguarda lo sviluppo<br />

è riscontrabile nell’ambito <strong>del</strong>la geografia economica. Debitrice <strong>del</strong> pensiero<br />

schumpeteriano, l’o<strong>per</strong>a di Perroux abbandona l’equilibrio e la razionalità economica<br />

neoclassica riconducendo lo sviluppo <strong>del</strong>la società ai progressi <strong>del</strong>lo processo<br />

innovativo, a quella “distruzione creatrice” tanto cara all’economista austriaco.<br />

“Senza progresso tecnico non si ammette alc<strong>una</strong> forma evolutiva, la quale unisce, in<br />

<strong>una</strong> catena di relazioni, effetti economici, sociali, politici, culturali ed ideologici.<br />

L’evoluzione economica sarà dunque un processo dialettico e dinamico, irreversibile<br />

e portatore di eterogeneità.” (Conti, 1996, p.125)<br />

L’economista francese introduce <strong>una</strong> nuova concezione di spazio astratto e<br />

topologico in contrapposizione all’idea di uno spazio banale, presente nell’economia<br />

convenzionale, dove ambito politico e spazio economico ed umano coincidevano.<br />

Lo spazio è un “campo di forze” centripete e centrifughe disseminate nel territorio,<br />

<strong>per</strong> le quali soggetti e mezzi di produzione si muovono, vendendo attratti o respinti in<br />

modo selettivo da e verso i diversi luoghi. Da questa idea nascono i “poli di crescita”,<br />

cioè dei luoghi, con diverse intensità, dai quali la crescita economica si propaga<br />

lungo canali definiti coinvolgendo in maniera diversa le parti <strong>del</strong>lo spazio.<br />

Alla base <strong>del</strong> ragionamento di Francois Perroux c’è l’idea <strong>del</strong>l’asimmetria di potere<br />

tra gli attori: la dimensione regionale è il risultato <strong>del</strong>le varie forme di<br />

agglomerazione, ed essa stessa è <strong>una</strong> manifestazione <strong>del</strong> potere esercitato in uno<br />

spazio geografico.<br />

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