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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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sviluppati <strong>del</strong> centro. Questi paesi, grazie allo sfruttamento dei primi, sostengono il<br />

proprio sviluppo economico.<br />

La teoria <strong>del</strong>la dipendenza afferma che la povertà dei paesi nella <strong>per</strong>iferia è il<br />

risultato <strong>del</strong> modo distorto e ingiusto di come essi sono stati “integrati” nel sistema<br />

mondiale, laddove gli economisti <strong>del</strong> mercato libero sostengono invece che questi<br />

paesi si stanno pienamente “integrando” e la loro arretratezza non è che uno dei<br />

(necessari ma temporanei) risultati di questo processo di integrazione.<br />

Secondo molti teorici <strong>del</strong>la “dipendenza” i paesi <strong>del</strong> Primo Mondo <strong>per</strong>petuano<br />

attivamente, ma non <strong>per</strong> questo coscientemente, uno stato di dipendenza attraverso<br />

varie politiche ed iniziative. Tale comportamento ha molte “facce”, coinvolgendo<br />

l’economia, il controllo dei mass-media, la politica, o<strong>per</strong>azioni bancarie e finanziarie,<br />

la formazione, lo sport e tutti gli aspetti <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong>la risorsa umana.<br />

I tentativi dalle nazioni dipendenti di resistere alle influenze <strong>del</strong>la dipendenza<br />

provocano spesso le sanzioni economiche e/o l’invasione e il controllo militare.<br />

Molti teorici <strong>del</strong>la dipendenza invocano la rivoluzione sociale <strong>per</strong> provocare<br />

cambiamenti nelle disparità economiche.<br />

La teoria <strong>del</strong>la dipendenza è divenuta popolare negli anni 60 e negli anni 70 come<br />

<strong>critica</strong> <strong>del</strong>la teoria <strong>del</strong>la modernizzazione che sembrava incapace di spiegare il<br />

mancato sviluppo dei paesi più arretrati <strong>per</strong> via <strong>del</strong>la continua povertà diffusa in<br />

grandi parti <strong>del</strong> mondo. Con lo sviluppo apparente <strong>del</strong>le economie <strong>del</strong>l’Asia<br />

Orientale e <strong>del</strong>l’India degli anni più recenti, tuttavia, la teoria ha largamente <strong>per</strong>so<br />

consensi. Essa si contrappone acutamente all’economia <strong>del</strong> libero-mercato e classica.<br />

È molto più accettata nelle discipline quali la storia e l’antropologia. Si sostiene che<br />

la”dipendenza” sia nata con la rivoluzione industriale e l’espansione degli im<strong>per</strong>i<br />

europei nel mondo grazie alla loro conseguente su<strong>per</strong>iore potenza e alla ricchezza<br />

accumulata. Alcuni sostengono che prima di questa espansione su scala mondiale, lo<br />

sfruttamento era interno ai paesi, con i centri economici principali che dominavano il<br />

resto <strong>del</strong> paese (<strong>per</strong> esempio l’Inghilterra sud-orientale che dominava la Gran<br />

Bretagna, o <strong>del</strong> nordest americano che dominava il sud e l’ovest). Stabilendo i<br />

pattern di scambio globali nel diciannovesimo secolo ha <strong>per</strong>messo al capitalismo di<br />

spargersi globalmente. I ricchi si sono vieppiù isolati e separati dai poveri,<br />

profittando sproporzionatamente dalle loro pratiche im<strong>per</strong>ialistiche. Questa<br />

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