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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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Secondo Hirschman esistono tre gruppi di interventi pubblici: la dis<strong>per</strong>sione, la<br />

concentrazione nelle regioni già sviluppate e la concentrazione nelle zone arretrate.<br />

Il primo mo<strong>del</strong>lo è quello più diffuso poiché i governi tendono a dis<strong>per</strong>dere gli<br />

investimenti <strong>per</strong> avere più popolarità possibile. Il ruolo dei governi nello sviluppo<br />

viene brillantemente riassunto da Hirschman in questo passaggio: “Per esercitare<br />

un’azione efficace, il governo deve promuovere lo sviluppo <strong>per</strong> mezzo di decisi<br />

interventi, tali da creare incentivi e pressioni <strong>per</strong> un’azione ulteriore; e deve restar<br />

pronto a reagire a queste pressioni e alleviarle in numerose aree. Qualunque sia<br />

l’importanza <strong>del</strong> ruolo <strong>del</strong>lo stato nell’economia, entrambe le funzioni sono<br />

generalmente presenti, anche se <strong>una</strong> <strong>del</strong>le due può essere predominante.” (p.242)<br />

I due compiti quindi sono la promozione e la funzione di attenuazione <strong>del</strong>le<br />

pressioni. Il primo compito , su quale si sono concentrati gli studiosi <strong>del</strong>lo sviluppo, è<br />

quello di preparare le condizioni, i prerequisiti, <strong>per</strong> la continuazione <strong>del</strong>lo sviluppo,<br />

ma questa fase è spesso incapace di promuovere lo sviluppo in aree sottosviluppate.<br />

La seconda fase si potrebbe definire “indotta” e si concretizza in <strong>una</strong> serie di<br />

interventi di riequilibrio dove lo Stato interviene a sostegno <strong>del</strong>lo sviluppo di un<br />

settore aggiornando altri settori complementari: lo sviluppo <strong>del</strong>la siderurgia necessita<br />

di uno sviluppo <strong>del</strong>l’industria energetica e dei trasporti, ma anche <strong>del</strong>l’istruzione.<br />

Ogni singolo intervento ha effetti che devono essere controllati nella loro totalità <strong>per</strong><br />

non rischiare di creare più danni che benefici.<br />

Un’altra argomentazione molto interessante <strong>del</strong>l’economista tedesco è quella sul<br />

rapporto tra lo sviluppo regionale e lo sviluppo internazionale, dato che si cerca di<br />

fare <strong>una</strong> comparazione su base spaziale.<br />

Come abbiamo visto lo sviluppo difficilmente passa da regione a regione<br />

spontaneamente e questa considerazione potrebbe far dedurre che il passaggio<br />

internazionale sia ancora meno probabile. Gli effetti di polarizzazione e di<br />

propagazione tendono a favorire tendenze separatiste o meno a seconda di quale tipo<br />

di diffusione sia più conveniente (internazionale o interregionale). Hirschiman<br />

conclude affermando che “le forze che agiscono a favore <strong>del</strong>la diffusione <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo tra regioni sono probabilmente più forti di quelle che agiscono <strong>per</strong> la sua<br />

diffusione tra paesi.” (p.236) Questa convinzione nasce dall’argomentazione che in<br />

uno stesso Paese lo sviluppo <strong>del</strong>le zone degradate sarà motivato da ragioni<br />

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