Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon
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eguali i diversi. Ma la fraternità è il principio che consente agli eguali di essere<br />
diversi, quindi è il complemento di solidarietà. Una società che è solo solidale non è<br />
capace di progresso, <strong>per</strong>ché non è capace di accumulare capitale <strong>civile</strong>. Per il capitale<br />
<strong>civile</strong> ci vuole fraternità, che vuol dire consentire agli eguali di essere diversi; cioè<br />
affermare, come dire, la propria visione <strong>del</strong> mondo, il proprio stile di vita, la propria<br />
concezione. Se noi non consentiamo questo, si nota il calo di creatività, <strong>per</strong>ché la<br />
solidarietà senza fraternità tende ad uniformare, a livellare tutti.<br />
L’idea di reciprocità si fonda sull’autorealizzazione <strong>del</strong>la <strong>per</strong>sone, cioè la sua<br />
fioritura, l’eudaimonia aristotelica: ho bisogno <strong>del</strong>l’altro <strong>per</strong> scoprire che vale la<br />
pena che io fiorisca. La realizzazione <strong>del</strong> sé è il risultato <strong>del</strong>l’interazione. Il<br />
riconoscimento <strong>del</strong>l’altro e il nostro riconoscimento da parte <strong>del</strong>l'altro è fondamento<br />
<strong>del</strong>la reciprocità, <strong>del</strong>la fraternità. (pag.173)<br />
Il principio di reciprocità si fonda sul dono, non come strumento, ma come l’inizio di<br />
<strong>una</strong> serie di atti reciproci, ciò che Latouche individuerebbe nella convivialità.<br />
Questo aspetto <strong>del</strong>l’economia <strong>civile</strong> è fondamentale poiché ci <strong>per</strong>mette di legare un<br />
mo<strong>del</strong>lo di sviluppo basato sulla convivialità decrescente (capitolo quinto) a mo<strong>del</strong>li<br />
di sviluppo che si potrebbero definire di mercato.<br />
La sfida <strong>del</strong>l’economia <strong>civile</strong> è quella di ricercare i modi di far coesistere, all’interno<br />
<strong>del</strong> medesimo sistema sociale, tutti e tre i principi regolativi: efficienza, equità e,<br />
soprattutto reciprocità. (p.23)<br />
Per concludere questa breve introduzione all’economia <strong>civile</strong> è necessario chiarire<br />
alcuni aspetti che saranno estremamente utili nell’elaborazione <strong>del</strong> concetto di<br />
sviluppo <strong>civile</strong>.<br />
Il primo aspetto è legato al modo in cui la società <strong>civile</strong> può diventare soggetto<br />
economico e cioè attraverso il non profit, o welfare <strong>civile</strong>. Ai fallimenti <strong>del</strong> mercato e<br />
ai fallimenti <strong>del</strong>lo stato 4 esiste <strong>una</strong> proposta alternativa di welfare quella <strong>civile</strong>.<br />
Secondo il mo<strong>del</strong>lo di welfare <strong>civile</strong> le organizzazioni <strong>del</strong>la società <strong>civile</strong> devono<br />
essere partner attivi nel processo di programmazione degli interventi. Essi non solo<br />
devono essere autonomi da mercato tradizionale e Stato ma devono avere capacità di<br />
essere indipendenti economicamente e finanziariamente: ciò prevede un vero e<br />
4 A questo proposito si segnalano i libri di Buchanan e Tullock sulla public choice<br />
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