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Sviluppo civile: per una critica simpatetica del paradigma ... - Aiccon

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amalgama politico – economico che avrebbe impedito ogni possibilità di crescita<br />

economica.<br />

In questa situazione le soluzioni proposte da tutti gli economisti <strong>del</strong>la crescita<br />

economica non avrebbe portato a niente e <strong>una</strong> programmazione pianificata avrebbe<br />

portato solo ad un aumento <strong>del</strong>la corruzione. Secondo Baran l’unica soluzione<br />

possibile sarebbe stata “il collettivo sociale” attraverso <strong>una</strong> “transizione brusca e<br />

dolorosa” (p.90)<br />

L’economista russo non aveva nessun dubbio sulla desiderabilità <strong>del</strong>lo sviluppo<br />

economico, come sinonimo di crescita, e come Marx attendeva con ansia “il<br />

crescente dominio <strong>del</strong>la razionalità umana sulla natura” (Sweezy, 1965, p.459) ma<br />

insisteva sulla “incompatibilità tra <strong>una</strong> crescita economica costante ed il sistema<br />

capitalista […] La pianificazione economica socialista rappresenta l’unica soluzione<br />

razionale a tale problema.” (p.119)<br />

A differenza di Marx, Baran non considera il capitalismo come uno stadio necessario<br />

allo sviluppo ma bensì un ostacolo al progresso umano. “Lo sviluppo economico dei<br />

paesi sottosviluppati è profondamente nemico degli interessi dominanti nei paesi<br />

capitalistici avanzati”. (Baran, 1960, p.120)<br />

L’elemento centrale <strong>del</strong>l’analisi di Paul Baran è, come ho già accennato, il surplus<br />

economico secondo due eccezioni: il surplus effettivo, cioè “la differenza tra la<br />

produzione effettiva corrente ed il consumo effettivo corrente”, e il surplus<br />

potenziale, cioè “la differenza tra la produzione che si potrebbe ottenere in un dato<br />

ambiente naturale e tecnologico con l’ausilio <strong>del</strong>le risorse produttive impiegabili, e<br />

ciò che si potrebbe considerare come consumo indispensabile” (Baran, 1971, p.34-<br />

35). Nelle condizioni di un’economia capitalistica monopolistica la differenza tra<br />

surplus effettivo e surplus potenziale si allarga a causa <strong>del</strong>la sottoproduzione.<br />

I paesi sottosviluppati quindi sono necessari <strong>per</strong>ché diventano un vero e proprio<br />

“hinterland” dei paesi capitalisti che in essi trovano la fonte di materie prime, di vasti<br />

profitti e sbocchi di investimento. In Baran c’è già l’accenno a quel mo<strong>del</strong>lo che in<br />

Prebisch e nei “dipendentisti” sarà l’ossatura stessa <strong>del</strong>la teoria, cioè il rapporto<br />

centro- <strong>per</strong>iferia. Il capitalismo monopolistico con l’im<strong>per</strong>ialismo dei paesi<br />

occidentali e l’arretratezza dei paesi sottosviluppati sono le due facce <strong>del</strong>la stessa<br />

medaglia e costituiscono un problema globale.<br />

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