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cop 8.pmd - Taic in Vriaul

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ISOLE DI CULTURA<br />

quello di rapportarsi a queste cercando un’unica chiave per spiegare quello che apparentemente<br />

può sembrare un solo fenomeno, magari con tante sfaccettature ma con<br />

una connotazione unitaria.<br />

Probabilmente nulla potrebbe essere più <strong>in</strong>esatto.<br />

Le m<strong>in</strong>oranze germanofone delle Alpi sono <strong>in</strong>fatti realtà tra loro scarsamente correlate,<br />

frammenti di storie diverse <strong>in</strong> cui gli stessi raggruppamenti sotto un unico cognome<br />

(es. Cimbri o Walser) sono spesso più dovuti alla volontà di raccogliere <strong>in</strong><br />

un’unica famiglia realtà geograficamente vic<strong>in</strong>e che non a reali e dimostrate assonanze.<br />

Non a caso, <strong>in</strong> questa miscellanea di testi, ogni m<strong>in</strong>oranza verrà trattata <strong>in</strong> modo<br />

isolato, senza con questo voler negare radici magari comuni. Ma il punto è un altro:<br />

sarebbe comunque sbagliato voler raccogliere queste realtà <strong>in</strong> tanti sotto<strong>in</strong>siemi per<br />

una questione legata alla loro storia di comunità autonome, spesso contraddist<strong>in</strong>te da<br />

contesti di isolato geografico tali da assumere connotazioni talmente peculiari ed <strong>in</strong>dipendenti<br />

da renderle spiegabili quasi solo autonomamente. Se da una parte, <strong>in</strong>fatti, è<br />

<strong>in</strong>negabile l’effetto dei fenomeni macros<strong>cop</strong>ici su quelli della micro-realtà, dall’altra,<br />

bisognerebbe <strong>in</strong>terrogarsi su quanto realmente i micro-contesti riescano a conservare<br />

le omogeneità o ad <strong>in</strong>fluenzarsi reciprocamente e, qu<strong>in</strong>di, su quanto realmente le s<strong>in</strong>gole<br />

m<strong>in</strong>oranze possano avere <strong>in</strong> comune, sebbene magari accomunate da medesime<br />

orig<strong>in</strong>i.<br />

Senza con questo voler frammentare <strong>in</strong> mille tessere autoreferenziate il mosaico<br />

delle oasi l<strong>in</strong>guistiche, la volontà di un testo come questo è quella di mostrare <strong>in</strong>nanzitutto<br />

le diversità e le s<strong>in</strong>gole specificità all’<strong>in</strong>terno di un universo di studi che spesso<br />

hanno colmato le lacune conoscitive attraverso l’allargamento dell’oggetto d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

a realtà d’<strong>in</strong>sieme, accettando sup<strong>in</strong>amente delle uniformità non <strong>in</strong>confutabili.<br />

L’elemento che contraddist<strong>in</strong>gue maggiormente questo testo è, però, un altro.<br />

Chiunque si sia approcciato agli studi sulle m<strong>in</strong>oranze l<strong>in</strong>guistiche ha trovato pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

due tipologie di analisi.<br />

La prima è costituita dagli studi “dotti”, analisi mono-discipl<strong>in</strong>ari o d’approccio<br />

generale, <strong>in</strong> cui illustri ricercatori si sono avvic<strong>in</strong>ati a queste comunità per analizzarne<br />

la l<strong>in</strong>gua, le tradizioni o quant’altro, osservando e documentando la realtà nella loro<br />

veste di osservatori esterni, non direttamente co<strong>in</strong>volti nella realtà sociale ed <strong>in</strong> quanti<br />

tali staccati, sufficientemente lontani da essere oggettivi, <strong>in</strong> altre parole, scientifici.<br />

Accanto a questi, si può <strong>in</strong>dividuare una seconda categoria di ricerche, quella degli<br />

studi locali.<br />

Si tratta spesso di ricerche <strong>in</strong> ambito storico o l<strong>in</strong>guistico, un tempo frequentemente<br />

condotte da sacerdoti ed ora apertesi ad una schiera di cultori e appassionati. Questi<br />

testi si caratterizzano per un approccio molto immediato, <strong>in</strong>evitabilmente lontano dalle<br />

grandi scuole di pensiero scientifico e, pur presentando spesso risultati e ipotesi difficilmente<br />

verificabili, a loro va il merito di aver colmato delle lacune documentarie<br />

attraverso ricerche spesso approfondite negli archivi locali o tra le fonti orali. Se da<br />

una parte, qu<strong>in</strong>di, questi studi non sempre hanno prodotto risultati di alto spessore,<br />

dall’altra, hanno fatto emergere gli strumenti per molte delle analisi successive.<br />

Tischlbongara piachlan<br />

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