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LA PRIMA TESI DI LAUREA SU TIMAU - TISCHLBONG<br />
felice a Timau, anzi Tiscelwang (?) Tischelreut (?) e perché non Tischelbong.<br />
Il paese o la cittad<strong>in</strong>a, che si stendeva sulle sponde del torrente, era un felice<br />
<strong>in</strong>sieme di case con gruppi di alberi, sovrastate dalle montagne che le dom<strong>in</strong>avano<br />
quasi verticalmente. Questa l’impressione di fondo, assieme a quella della chiesa e del<br />
suo aguzzo campanile, che è rimasta stampata nei miei occhi da allora: montagne vere<br />
che impressionano e certo impongono durezza di abitud<strong>in</strong>i, di costumi, di vita. Non mi<br />
fu difficile trovare ottima ospitalità nell’unico albergo credo funzionante (ormai eravamo<br />
<strong>in</strong> luglio/agosto del ‘47) da Sisto Matiz 3 . Alla cordiale accoglienza montanara di<br />
chi mi ospitava si aggiungeva un po’ di curiosità; a tavola presentazione di piatti semplici,<br />
ma genu<strong>in</strong>i e gustosi oltre ogni dire; forse un po’ parchi per la fame che mi<br />
ritrovavo! E quante ottime trote, a me graditissime! E subito qualche passeggiata per<br />
conoscere l’ambiente esterno e poter prendere i primi contatti con una popolazione<br />
che dovevo rendermi amica e partecipe del mio non lieve lavoro di documentazione, di<br />
rilevamento, di classificazione, di <strong>in</strong>telligibilità. Dopo le prime vane ricerche, mi fu<br />
presentato il Sig. Ottavio Plozner di circa 45 anni, purtroppo cieco a causa di un<br />
<strong>in</strong>cidente occorsogli durante la costruzione della strada al passo Plckner 4 . Aveva<br />
passato tutta la sua vita <strong>in</strong> paese e pertanto il suo l<strong>in</strong>guaggio era limpido e non <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>ato<br />
da altri dialetti. Ci sedevamo a lungo davanti alla sua casa che aveva un rialzo di<br />
terreno nella parte anteriore, prima della strada e alcune panche ci ospitavano <strong>in</strong> quelle<br />
lunghe giornate d’estate. Un po’ alla volta quel contorno di persone si ampliava<br />
sempre di più e tutti si davano da fare per consentirmi di riempire per ogni vocabolo<br />
attentamente esam<strong>in</strong>ato le domande relative al Questionario dell’Atlante L<strong>in</strong>guistico<br />
Italiano. Credo che ancor oggi userei lo stesso metodo, soprattutto per la vivezza di<br />
ogni s<strong>in</strong>golo vocabolo che veniva soppesato, illustrato, chiarito a me <strong>in</strong> ogni dettaglio,<br />
espressivo e di pronuncia dal caro sig. Ottavio e da quel complesso di persone che<br />
pareva volesse far rivivere davanti a me il proprio mondo, la propria espressione, il<br />
proprio sentimento. Un avvolgimento totale che non potrò mai dimenticare: quanta<br />
passione per la loro l<strong>in</strong>gua, per la loro terra, per il loro mondo!<br />
Volevo prendere nota di tutte le loro spiegazioni, delle loro osservazioni, dei loro<br />
dissensi e dei loro pareri: riflettevo pensando a quanto sarebbe stato pesante tener<br />
conto di tutte quelle messe a punto, delle loro precisazioni così dettagliate, pronte e<br />
vivaci: quanto lavoro si profilava oltre a quello dell’abbondanza dei “rilevamenti base”<br />
e a quello della esatta trascrizione fonetica: un lavoro quasi di Sisifo!<br />
Per fortuna ogni tanto c’era qualche distrazione all’albergo: arrivarono due spos<strong>in</strong>i<br />
che diedero nuova vita al mio ambiente così “condensato” <strong>in</strong> soli lumi cerebrali. Anch’essi,<br />
ottimi pescatori, ed entusiasti delle trote che costituivano sempre il piatto forte.<br />
Mi fu raccontato anzi <strong>in</strong> quell’occasione delle Cidules, dischi di legno brucianti, che<br />
venivano lanciate come auspicio per le <strong>cop</strong>pie. Non compresi allora bene il tutto, ma<br />
ritrovai fra le vostre pag<strong>in</strong>e esaurienti spiegazioni (come vedete non ho mai tralasciato<br />
di seguire quanto potevo sul mondo e sulle usanze di Timau, anche dopo quegli anni<br />
per me “fatali”!) 5 .<br />
Due simpatiche ragazze, figlie della maestra locale 6 , dopo un po’ mi unirono nelle<br />
Tischlbongara piachlan<br />
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