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cop 8.pmd - Taic in Vriaul

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C. BELLATI - F. CATTARIN - L. PLOZNER<br />

Poi nel cuc<strong>in</strong><strong>in</strong>o non avevamo il tavolo, dovevano stare sulla f<strong>in</strong>estra, uno con<br />

la sedia da una parte e uno dall’altra, lei formulava le domande <strong>in</strong> italiano e lui<br />

le rispondeva <strong>in</strong> timavese. Tutto chiedeva, aveva già le def<strong>in</strong>izioni scritte <strong>in</strong> italiano<br />

e vic<strong>in</strong>o trascriveva il timavese. Era una ragazza loquace, non chiedeva<br />

solamente a noi ma anche alle persone che <strong>in</strong>contrava per strada, se vedeva gli<br />

anziani sulle panch<strong>in</strong>e, si sedeva accanto e gli chiedeva ogni cosa. A noi bamb<strong>in</strong>i<br />

tutto ciò sembrava strano, non era possibile che una venisse ad imparare a<br />

parlare <strong>in</strong> timavese, dicevamo sempre:” Non sa neanche parlare? Una ragazza<br />

così grande è così stupida? Non sa niente? Viene ad imparare da una persona<br />

cieca?”, ci sembrava una cosa strana. Voleva sapere tutto, chiedeva al nonno di<br />

ogni cosa, quando term<strong>in</strong>ò la sua ricerca, lo salutò e volle pagarlo ma lui le<br />

disse: “Tu sei una studentessa, a te i soldi servono”. Poi non l’abbiamo più<br />

vista, non abbiamo più avuto notizie di lei f<strong>in</strong>o al 1957 quando è tornata con<br />

suo marito, accompagnati da Sisto e Bianca, son venuti a trovare il nonno. Il<br />

marito era un uomo alto, robusto che le chiese: “Non gli hai fatto sapere che ti<br />

sei laureata?” e lei rispose di no, “Vergognati” disse lui”prima avresti dovuto<br />

<strong>in</strong>formare lui”. Così raccontò della Laurea, che aveva scritto il libro sul quale<br />

era riportato il nome del nonno. Suo marito<br />

aveva un’ impresa a Milano e, se<br />

Franco non si trovava già <strong>in</strong> Lussemburgo,<br />

lo avrebbe portato con sé e gli avrebbe<br />

offerto un posto di lavoro. Da quella<br />

volta non abbiamo più saputo niente di<br />

Cater<strong>in</strong>a, non l’abbiamo più rivista… Per<br />

il nonno (fare l’<strong>in</strong>formatore) era un passatempo.<br />

Per lui è stato un grosso vanto<br />

aver collaborato alla stesura della prima<br />

tesi di laurea su Timau.<br />

(Racconto di Alda Plozner van Ganz registrato e<br />

trascritto dalla figlia Laura)<br />

Fig. 7 - Le amiche di Cater<strong>in</strong>a.Le sorelle<br />

Leonilla (di ritorno dalla caccia) e Lic<strong>in</strong>ia<br />

Di Centa figlie di Ottavio maestro a<br />

Timau per 40 anni.<br />

78<br />

Inf<strong>in</strong>e si legga il racconto della maestra<br />

Leonilla Di Centa:<br />

Ho conosciuto Cater<strong>in</strong>a Bellati quando<br />

è venuta a Timau per prepararsi alla<br />

tesi di laurea sul dialetto e sul paese di<br />

Timau. Era tanto cara e mi è rimasto un<br />

bellissimo ricordo di lei, ma io non sapevo<br />

tante cose sul paese, così mio papà ci<br />

ha detto di rivolgersi a Ottavio (cieco <strong>in</strong><br />

seguito ad <strong>in</strong>fortunio sul lavoro) che era<br />

una persona <strong>in</strong>telligente, disponibile e le<br />

Quaderni di cultura timavese

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