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GIULIO DEL BON - MAURO UNFER<br />
Fig. 5 - Paluzza: lo stemma del 1618 di<br />
Zuanne Silverio, nel luogo ove sorgeva<br />
anticamente l’ospizio di Paolo Claudo.<br />
Fig. 6 - L’<strong>in</strong>segna, datata 1592, di Domenico<br />
Moro, gestore di un’osteria <strong>in</strong> Paluzza nel<br />
XVI secolo.<br />
208<br />
Mor hospitis” (nella casa ospitale di ser<br />
Domenico del Mor oste). 33<br />
È possibile che questo “hospitio” si trovasse<br />
sotto l’attuale casa canonica di Paluzza,<br />
all’angolo tra la via Pal Piccolo e la<br />
via Marconi e ciò sarebbe confermato, oltre<br />
al soffitto a volti di antica data del locale,<br />
anche da uno stemma datato 1592 e recanti<br />
le <strong>in</strong>iziali D M (Domenico Moro). In<br />
quel luogo, <strong>in</strong> effetti, si trovava la casa d’abitazione<br />
dei Moro.<br />
Nel corso del ‘600, troveremo molti<br />
membri della grande famiglia Moro operanti<br />
nello smercio del v<strong>in</strong>o e di altri beni di consumo.<br />
Nel 1625 è ricordato Giacomo del fu<br />
Leonardo del Moro commerciante di “robba<br />
di spiciaria, et merzaria”; 34 di sicuro,<br />
costui gestiva un negozio di generi coloniali.<br />
Nel 1655, nella divisione dei beni del fu<br />
Matteo Moro, troviamo menzionata “la Canipa<br />
granda del v<strong>in</strong>o con la salla di mezo<br />
con il suo soffittato” che, valutata <strong>in</strong> 610<br />
ducati, venne assegnata al figlio Cristoforo.<br />
35 Pur non essendo certi che questo salone<br />
fungesse anche da osteria, di certo<br />
serviva ai proprietari per il commercio del<br />
v<strong>in</strong>o. Di sicuro <strong>in</strong>vece, nei decenni successivi,<br />
aveva un’osteria Gio Batta fu Domenico<br />
Moro. Nel 1677, questa taverna la troviamo<br />
gestita dal figlio Giovanni 36 ed <strong>in</strong> essa,<br />
due anni dopo, fu stipulato un atto di compravendita:<br />
“fatto <strong>in</strong> Paluzza <strong>in</strong> Casa dell’hostaria<br />
dell’<strong>in</strong>frascritti eredi del quondam<br />
D. Gio Batta Moro”. 37<br />
A riprova dell’<strong>in</strong>teresse di questo ramo<br />
dei Moro nella vendita del v<strong>in</strong>o, segnaliamo<br />
che, nel 1670, tra Gio Batta Moro e Nicolò<br />
di Andrea Cozzi e fratelli da una parte e<br />
Francesco de Colle da Rivo dall’altra, vi era stato un litigio “per causa et occasione<br />
del Negotio d’Hostaria havuto <strong>in</strong> Compagnia <strong>in</strong> Cordonons”. 38 Dovrebbe trattarsi<br />
di Cordenons, località presso Pordenone. Già due anni prima, nella casa dei Moro<br />
detta “il Magazeno”, si era tenuto “negotio” tra Giovanni Moro, figlio del suddetto<br />
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