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LA PRIMA TESI DI LAUREA SU TIMAU - TISCHLBONG<br />
• La dottoressa e la “sua” gente •<br />
Il risultato per me fu soddisfacente: mi pareva, come a tutti i neolaureati,<br />
di aver posto una pietra miliare <strong>in</strong> quel campo. Certo che tutta la<br />
fatica per la costruzione ex novo del vocabolario era stata notevole; per<br />
me era sembrata enorme e, se oggi si notano le sbrecciature, le manchevolezze,<br />
le deficienze, io non lo credevo certo allora. Sogno di avere 20<br />
anni, o poco più, e di dom<strong>in</strong>are il mondo <strong>in</strong> quel settore. Conv<strong>in</strong>zione<br />
della propria validità che solo gli anni smorzano quando ci si accorge<br />
quanto si sia distanti dal vero e dal conoscere.<br />
L’attualità di questi pensieri non lascia <strong>in</strong>differente nessuno studente o studioso<br />
che si sia cimentato con tematiche di una certa rilevanza e l’abbia compiuto con<br />
conv<strong>in</strong>zione, credendo di aver raggiunto risultati <strong>in</strong>novativi <strong>in</strong> un determ<strong>in</strong>ato campo.<br />
Ed è o dovrebbe essere forse questo lo s<strong>cop</strong>o di una tesi di laurea <strong>in</strong> qualsiasi campo<br />
di ricerca la si voglia elaborare.<br />
La dott.ssa Bellati, assieme al dott. Magri con una tesi di laurea su Sauris e alla<br />
dott.ssa Bruniera per Sappada, ha scelto, <strong>in</strong> tempi <strong>in</strong> cui ancora non si parlava di tutela<br />
e salvaguardia delle “isole l<strong>in</strong>guistiche” di l<strong>in</strong>gua tedesca, di affrontare una <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
lessicografica della parlata timavese, o meglio della l<strong>in</strong>gua timavese, come non manca<br />
mai di sottol<strong>in</strong>eare nella lettera. Sottol<strong>in</strong>ea le manchevolezze, le deficienze che a<br />
posteriori sembrano <strong>in</strong>comprensibili, ma che si devono rapportare e calare nel contesto<br />
storico e scientifico della f<strong>in</strong>e degli anni ’40. La tesi si compone di due volumi. Nel<br />
primo l’autrice accenna alla storia e al contesto socioeconomico del tempo. Contrariamente<br />
a quanto afferma nella lettera, l’autrice ha toccato, se non approfondito, la<br />
situazione economica di Timau alla f<strong>in</strong>e degli anni ’40. Ecco come la racconta nel<br />
capitolo “Paese e genti”:<br />
Benché la superficie del territorio di Timau sia molto estesa, la coltivazione<br />
è limitata, e i prodotti, che non sempre vengono a maturazione, bastano<br />
appena per un quarto dell’anno. Si sem<strong>in</strong>a orzo, segala, frumento,<br />
patate e cavoli; ma né il mais e nemmeno i fagioli vengono sempre a maturazione;<br />
vi sono ciliegi selvatici e pruni, e anche una vite che non matura<br />
mai i suoi grappoli.<br />
I boschi e i prati non bastano a sostentare la popolazione; gli uom<strong>in</strong>i<br />
sono perciò costretti all’ormai secolare emigrazione temporanea <strong>in</strong> Austria<br />
e <strong>in</strong> altri paesi d’Europa.<br />
Tutti i lavori <strong>in</strong>erenti ai prati e alla stalla, gravano nella loro totalità,<br />
sulle donne; anche i trasporti sono sempre fatti da esse a spalla con la<br />
gerla (koarb). Anche i fieni della montagna vengono portati da esse sul<br />
capo, <strong>in</strong> grandi fasci legati con cordicella e unc<strong>in</strong>i di legno. Le gerle<br />
variano di grandezza a seconda degli usi; le più grandi, talora mastodontiche,<br />
servono per la raccolta autunnale del fogliame.<br />
Soltanto l’uomo è addetto <strong>in</strong>vece all’alpeggio del bestiame che ha luogo<br />
dal giugno alla Madonna di settembre (8 sett.), sulle malghe (olba),<br />
Tischlbongara piachlan<br />
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