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GIULIO DEL BON - MAURO UNFER<br />
Fig. 8 - Caravaggio, Bacco, 1596-1597<br />
Firenze, Galleria degli Uffizi. Bacco, considerato<br />
il dio del v<strong>in</strong>o, è <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e dio<br />
della fertlità.<br />
212<br />
La locanda dei Savorgnano fu completamente<br />
distrutta da un’alluvione che colpì il<br />
paese di Timau il 22 agosto 1714. Dalle cronache<br />
di allora venne descritta come una<br />
“Casa sive Hostaria, ... con Camere a piè<br />
piano n° c<strong>in</strong>que et stanze due <strong>in</strong> primo<br />
solaro”. 64<br />
Sul f<strong>in</strong>ire del secolo XVII la vendita al<br />
m<strong>in</strong>uto di v<strong>in</strong>o e di altri generi alimentari troverà<br />
espresse <strong>in</strong>dicazioni negli Statuti di Timau,<br />
compilati nel 1676. Essi stabilirono “che<br />
se qualche persona d’esso Comune, Vic<strong>in</strong>o,<br />
ò Membro sia che esser si voglia vorrà<br />
tenir V<strong>in</strong>o à sp<strong>in</strong>a, farà ò venderà Pane,<br />
ò altro di poter il Meriga, et Giurato d’esso<br />
Comune con ogni miglior regola, et<br />
ragione apprecciare il tutto nella loro buona<br />
conscienza”. 65<br />
• Gli osti di Plöcken •<br />
Subito oltre il passo del Monte di Croce, <strong>in</strong> territorio austriaco, si trova il m<strong>in</strong>uscolo<br />
abitato di Stali (Plöcken). In quel luogo, s<strong>in</strong> dai tempi remoti, si trovava la chiesetta di<br />
Santa Elisabetta ed era una tappa obbligata per i viandanti che passavano per quella<br />
strada; era naturale, qu<strong>in</strong>di, che accanto ad essa vi fosse anche una locanda, dispensatrice<br />
di sollievo e di ristoro.<br />
Ricordiamo un antico documento datato 1423, dal quale risulta che un certo Ianzil<br />
(Giovanni) figlio di Pietro da “Stali ulterius Montem Crucis” (al di là del Monte di<br />
Croce) prometteva di saldare al nobile ser Nicolò di ser Osvaldo “de Fresach” abitante<br />
<strong>in</strong> Tolmezzo una fornitura di v<strong>in</strong>o terrano bianco. Sicuramente questo Ianzili<br />
teneva osteria <strong>in</strong> quel luogo. 66<br />
A Plöcken, nel 1685, troviamo “Christiano Claus della Muda (Mauthen) hora<br />
hostiero <strong>in</strong> Stali”.<br />
In quell’anno, Cristiano Claus, Lampret Craizbergher del Monte di Croce e Mattia<br />
Smit da Sibni erano creditori nei confronti di Giacomo fu Zuanne di Baiarzo da Rivo<br />
della somma di Scudi della Croce 144 Decimi 35. Citato il debitore <strong>in</strong> giudizio, <strong>in</strong>tervenne<br />
il fratello Nicolò che saldò il debito <strong>in</strong> parte <strong>in</strong> contanti ed il rimanente “con un<br />
cavallo valutato <strong>in</strong> Fior<strong>in</strong>i 50”. 67<br />
La famiglia Claus di Mauthen cont<strong>in</strong>uò a gestire l’osteria di Plöcken anche nel<br />
corso del ‘700. Dapprima con Giacomo di Giacomo Claus, ricordato nel 1745 come<br />
debitore nei confronti di Floriano Primus da Timau “di grossa summa per v<strong>in</strong>o, et<br />
altro somm<strong>in</strong>istratoli quando faceva l’Oste <strong>in</strong> Stali, sopra il Monte di Croce”. Il<br />
Quaderni di cultura timavese