You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
GIULIO DEL BON - MAURO UNFER<br />
La locanda del Bruni si trovava <strong>in</strong> Paluzza Superiore, sulla piazza, dove era l’abitazione<br />
di quella importante famiglia e doveva trattarsi di un ospizio di discrete dimensioni<br />
e particolarmente confortevole<br />
Racconta Paolo Santon<strong>in</strong>o, cancelliere del vicario patriarcale Pietro Carli che, allorchè<br />
quest’ultimo <strong>in</strong>iziò nel 1485 la Visita Pastorale alla Valle del Gail, il giorno 29<br />
settembre “venit hora meridiei Paluciam et pausavit aliquantulum <strong>in</strong> hospitio<br />
Mathei Bruni magni divitis” (giunse verso mezzogiorno a Paluzza, dove si riposò un<br />
poco <strong>in</strong> casa di Matteo Bruni, un ricco signore). 22<br />
È probabile che la locanda (”hospitio Palucie”) presso il quale sostò la notte del<br />
9 novembre dello stesso anno la comitiva patriarcale, al rientro dalla Visita Pastorale,<br />
fosse sempre quella di Matteo Bruni. 23<br />
Anche nel secolo XVI questo albergo appartenne alla famiglia Bruni. Presso di<br />
esso era anche <strong>in</strong> uso stipulare atti notarili, come quello del 1528, rogato “<strong>in</strong> Villa<br />
Palutia <strong>in</strong> plathea sub porticu hospitij magni” (... <strong>in</strong> piazza sotto il portico della<br />
grande locanda); 24 o come quello del 1534, “<strong>in</strong> stupa hospitis domus heredum olim<br />
ser Mathei Bruni” (nella “stua” della casa ospitale degli eredi del fu Matteo Bruni). 25<br />
Il 25 maggio 1548 Matteo di Colloredo, nipote del succitato Matteo Bruni, affittò<br />
l’”Hospitium eiusdem Magnifici Dom<strong>in</strong>i Matthei situm, et iacens super Platea<br />
ipsius loci Palutiae” (la locanda dello stesso magnifico signore Matteo sita e situata<br />
sulla piazza del medesimo luogo di Paluzza), a Gregorio fu Giovanni Gressani da V<strong>in</strong>aio,<br />
suo colono e qu<strong>in</strong>di residente <strong>in</strong> Paluzza. Tale affitto aveva la durata di trent’anni<br />
e la pigione era di 25 Ducati l’anno. 26<br />
Al momento della stipula del contratto, questa locanda era gestita da Francesco del<br />
Giudice da Cazzaso di Tolmezzo abitante <strong>in</strong> Paluzza, con un accordo che scadeva il<br />
giorno di San Michele. Infatti, già dal 1538 <strong>in</strong> avanti si hanno diversi atti stipulati “<strong>in</strong><br />
hospitio tento et posesso per Franciscum Iudicis de chiazaso”; altre volte è ricordato<br />
l’”hostpitio de platea posesso per Franciscum Iudicis hospitem”. 27<br />
Breve <strong>in</strong>ciso: <strong>in</strong> quel periodo, il soprannom<strong>in</strong>ato Gregorio Gressani teneva <strong>in</strong> Ud<strong>in</strong>e,<br />
<strong>in</strong> vico Gemona, l’osteria detta “della spada”, che affittò ad un tale Ioannuto fu Pietro<br />
Pannelli da Lauco pochi mesi dopo aver preso possesso della locanda di Paluzza. 28<br />
Nel 1550, il succitato magnifico signore Matteo di Colloredo concede a livello a ser<br />
Nicolò di ser Mattia Englaro da Paluzza un suo edificio sito <strong>in</strong> Paluzza e denom<strong>in</strong>ato<br />
“la hostaria granda”; 29 si tratta sempre della locanda gestita da Gregorio Gressani.<br />
206<br />
• ... di Paolo Claudo ... •<br />
Un altro antico alloggio per forestieri si trovava, già alla f<strong>in</strong>e del XV secolo, a<br />
Paluzza, nel borgo Pontaiba, e faceva parte dei beni possessi da un illustre personaggio<br />
locale: Paolo Claudo fu Giuliano da Naun<strong>in</strong>a. Nel 1523, allorchè vennero divise le<br />
sue sostanze, al figlio Gaspar<strong>in</strong>o venne assegnato, tra l’altro, una “Domus positam a<br />
parte superiori versus pontem et torentem Pontaibe, <strong>in</strong> quibs alias tenebant hospicium,<br />
cum stupha, coqu<strong>in</strong>a post posita revultata <strong>in</strong> qua est clibanus sive fur-<br />
Quaderni di cultura timavese