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GIULIO DEL BON - MAURO UNFER<br />
214<br />
• Le osterie del ‘700 •<br />
Nel 1756, Nicolò Matiz da Timau prese <strong>in</strong> locazione <strong>in</strong> Paluzza “la Casa, ed orto<br />
delli Sig. Eredi del fu nobile Sig. Domenico Calice detta <strong>in</strong> Radivo, aff<strong>in</strong>e di<br />
<strong>in</strong>traprender col agiuto di Dio negozio di V<strong>in</strong>i, ed altro per uso di botega”.<br />
Dovrebbe trattarsi dell’edificio adiacente alla chiesa di Santa Maria, attualmente di<br />
proprietà della parrocchia.<br />
Per svolgere tale attività il Matiz si trovò “necessitato avere un Diretore, ed hà<br />
ideato ricevere per compagno il Sig. Giambatta fu Nicolò del Negro d’Incaroio”.<br />
72 Non ci è dato sapere se questa società ebbe buon esito.<br />
Nella seconda metà del XVIII secolo, troviamo i seguenti gestori di osterie:<br />
- 1770. Giacomo de Cillia da Siaio esercente <strong>in</strong> quella villa. 73<br />
- 1774. Nicolò Lazzara da Paluzza. Costui, ricordato come “bechero” (macellaio)<br />
ed anche come commerciante di legnami, nel 1774 fu oggetto di ispezione da parte dei<br />
“rappresentanti la Banca di codesto onorando Comune ... ad oggetto di limitar<br />
v<strong>in</strong>o (cioè stabilirne il prezzo), fu dal figlio Nicolò ricusato di non lasciarlo limitare,<br />
ed <strong>in</strong> oltre non hà permesso di sospender una Boticella di V<strong>in</strong> Negro guasto,<br />
e che esso lo vol tenire per li suoi operaij, e tanto meno non hà permesso di<br />
lasciarlo sigilare”. Ai rappresentanti del Comune non rimase che fare “un solenne<br />
protesto di non poter spazare detto V<strong>in</strong>o”. 74<br />
- 1789. Gio Batta di Giuseppe Zan<strong>in</strong>o da Paluzza, al quale venne <strong>in</strong>timato “di<br />
astenersi totalmente dalle risse, e contese ne <strong>in</strong> Casa, ne fuori di Casa, e molto<br />
meno di dar ricetto nella di Lui Osteria a vagabondi, e sfacendati, o permettere<br />
giuochi specialmente d’azzardo”. 75<br />
- 1789. Gio Giacomo Silverio da Paluzza. 76<br />
- 1792. Gregorio delli Zotti, proprietario di una “Betola”, nella quale dava “ricetto<br />
a vagabondi, ed a persone <strong>in</strong> sospetto di mall’affare” e pertanto fu richiamato<br />
dalla Comunità ad una più corretta gestione. 77<br />
- 1796. Antonio Osvaldo Iuri da Paluzza. In questa osteria - ospizio, frequentato<br />
anche da beoni violenti, avvennero alcune risse, per fortuna senza gravi conseguenze. 78<br />
- 1796. Pietro di Giovanni Englaro, che fungeva anche da “esatore della Muda al<br />
posto di Paluzza” e che <strong>in</strong> quell’anno si trovò denunciato perchè, arbitrariamente,<br />
volle “aggravare di Muda le telle, ed altri generi che vengono tradotti dalla<br />
Germania”. 79<br />
Forse teneva osteria, o forse solamente commerciava <strong>in</strong> v<strong>in</strong>o, anche Giacomo di<br />
Giovanni Craighero da Ligosullo il quale, nel 1785 si ritrovava creditore di Lire 140<br />
verso Gio Batta fu Nicolò di Ronco da Rivo, per “una Botte di V<strong>in</strong>o Ord<strong>in</strong>ario”. Il<br />
debitore gli confermò “la volontà di renderlo sodisfato del suo <strong>in</strong>tiero Credito, ma<br />
lo prega nelli emergenti angustiosissimi presenti” di pazientare. 80<br />
Facciamo memoria anche delle locande di Timau, a noi note, esistenti nel XVIII<br />
secolo. Innanzitutto l’osteria di Giovanni Maier dove, nel 1777, avvenne l’aggressione<br />
del titolare da parte dei fratelli Nicolò e Giorgio Matiz. Costoro, pretendendo di bere<br />
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