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GIULIO DEL BON - MAURO UNFER<br />

Fig. 18 - 20 luglio 1299. Enrico fu Enrico da Paluzza acquista 15 Conzi di v<strong>in</strong>o terrano bianco.<br />

ciale del toponimo Tamau, ed <strong>in</strong>oltre abbiamo anche il nome di due dei suoi primitivi<br />

abitanti. L’atto ricorda l’acquisto di v<strong>in</strong>o rabiolo (quantitatis rabioli) fatto da Nicolò<br />

fu Meynardo da Paluzza e fra i testimoni compare il nome di “Nicolao filio Petri de<br />

Tamau (Nicolò figlio di Pietro da Timau). 134<br />

Pochi anni dopo anche Guargendo fu Pietro di Cleulis acquista v<strong>in</strong>o terrano rosso.<br />

É il 17 giugno 1335 quando Guargendo “de Clevulis Carneae Canalis Sancti Petri<br />

per v<strong>in</strong>o terano vermelgyo ipso habito” pagò una Marca aquileiese e 54 Denari.<br />

Fra i testimoni di quest’atto troviamo anche “Nicolao quondam Piyuti de Clevulis<br />

Carneae Canali Sancti Petri”. È questo un altro <strong>in</strong>teressante documento nel<br />

quale, per la prima volta, compare il nome della villa di Cleulis (“Clevulis Carneae<br />

Canalis Sancti Petri”) con alcuni dei suoi residenti. 135 F<strong>in</strong>o ad oggi l’attestazione più<br />

antica di Cleulis era quella riportata nello scritto del 30 settembre 1353. In detto documento<br />

viene ricordato Pietro fu Walent<strong>in</strong>i da Cleulis al quale viene restituito un prestito<br />

fatto a Corrado da Siaio: “Dom<strong>in</strong>us Conradus q. D. Henrici de Siaio Carneae ...<br />

Confessus fuit ... recepisse à Petro q. Walent<strong>in</strong>i de Clevullis ...” 135a . Di qualche<br />

anno dopo è il privilegio patriarcale dato a Tolmezzo il 9 agosto 1392. In esso Giovanni<br />

di Moravia, patriarca di Aquileia, approva gli statuti di Tolmezzo e oltre alle varie<br />

concessioni a causa della sterilità dei luoghi, egli esenta le ville di Sauris, Sappada,<br />

Forni e Avoltri, Timau e Cleulis, poste ai conf<strong>in</strong>i della Gastaldia, da ogni fazione<br />

rustica, gravezza ed angheria, prevedendone l’annessione alla terra di Tolmezzo. 136<br />

Concludendo, tra i documenti ritrovati ultimamente, riportiamo anche quello dell’otto<br />

gennaio 1323. È ricordato Giacomo “filius quondam Ioannis Pugneti de Riu<br />

Canalis Sancti Petri de Carnea” il quale cede, tra gli altri beni, un mul<strong>in</strong>o posto nella<br />

stessa villa di Rivo (“... dedit, vendidit, tradidit... unum molend<strong>in</strong>um supra Roya<br />

de Riu”). 137<br />

230<br />

Quaderni di cultura timavese

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