TESI DI DOTTORATO Modellazione e analisi non lineare - LabMec ...
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Capitolo 1. Introduzione<br />
ridurre al minimo la propagazione di errori che per simulare accuratamente fenomeni locali come,<br />
ad esempio, l’evoluzione del quadro fessurativo, l’ingranamento degli inerti, l’instabilità delle<br />
armature. Ne consegue un notevole impegno computazionale, che rende tale tipo di approccio più<br />
idoneo per l’<strong>analisi</strong> di pareti isolate.<br />
I modelli di tipo macroscopico permettono di simulare la risposta della parete con riferimento a<br />
parametri cinematici e meccanici di carattere globale, al fine di ottenere una drastica<br />
semplificazione senza, tuttavia, perdere in affidabilità. Consentono, dunque, notevoli vantaggi in<br />
termini di impegno computazionale, risultando più adatti per l’<strong>analisi</strong> di strutture complesse.<br />
Inoltre, infittendo opportunamente la discretizzazione nelle presumibili “regioni critiche” del<br />
macro-elemento, si può ottenere una maggiore accuratezza nella descrizione della risposta. Questo<br />
tipo di approccio richiede, però, un’opportuna taratura e permette di descrivere solo globalmente il<br />
comportamento dell’elemento strutturale.<br />
Una modellazione intermedia tra quella di tipo microscopico e quella di tipo macroscopico è basata<br />
sull’adozione di modelli a fibre, in cui il generico elemento viene diviso, longitudinalmente, in un<br />
numero finito di conci delimitati da due sezioni trasversali, a loro volta discretizzate in aree<br />
elementari. I modelli a fibre offrono un buon compromesso fra semplicità di calcolo ed affidabilità,<br />
richiedendo, comunque, un forte impegno computazionale se adottati all’interno di<br />
schematizzazioni di strutture complesse.<br />
Un’alternativa ai suddetti approcci consiste in una loro opportuna combinazione. Ad esempio,<br />
modelli semplificati (di tipo macroscopico) possono essere usati per schematizzare elementi<br />
strutturali per i quali si attendano limitate deformazioni plastiche mentre un’<strong>analisi</strong> preliminare,<br />
seguendo un approccio di tipo microscopico, potrebbe fornire utili informazioni sulla scelta dei<br />
legami atti a rappresentare il comportamento degli elementi costituenti il modello macroscopico.<br />
Nel presente lavoro si intende simulare, attraverso modelli relativamente semplici ma<br />
sufficientemente accurati, la risposta in campo <strong>non</strong> <strong>lineare</strong> di pareti strutturali in cemento armato.<br />
A tal fine, viene innanzitutto messo in evidenza, nel capitolo 2, come la capacità delle pareti di<br />
resistere alle sollecitazioni applicate dipenda da vari fattori (per es., configurazione geometrica,<br />
orientazione e disposizione in pianta, variazioni in elevazione), che possono influenzare anche<br />
notevolmente la risposta della singola parete e quella globale della struttura sotto l’azione di un<br />
evento sismico.<br />
Vengono poi esaminati il comportamento sperimentale e le modalità di rottura nel caso di pareti<br />
isolate o di sistemi telaio-parete.<br />
Viene successivamente descritto, nel capitolo 3, il comportamento dei materiali, focalizzando<br />
l’attenzione sui legami costitutivi presenti in letteratura per la definizione della risposta <strong>non</strong> <strong>lineare</strong><br />
di calcestruzzo e acciaio, <strong>non</strong>ché su alcuni importanti aspetti, quali la perdita di aderenza ed il<br />
fenomeno del tension stiffening. Anche per quest’ultimo vengono indicati due diversi approcci, uno<br />
di tipo microscopico, ricorrendo a leggi costitutive modificate per i materiali, ed un altro di<br />
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