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TESI DI DOTTORATO Modellazione e analisi non lineare - LabMec ...

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Capitolo 4. <strong>Modellazione</strong> di pareti strutturali<br />

schematizzazione dettagliata comporterebbe, però, un notevole incremento dell’onere di calcolo,<br />

oltre che la memorizzazione di un considerevole numero di variabili e parametri.<br />

Alcuni autori hanno proposto l’uso di modelli che schematizzano il fenomeno con riferimento a<br />

caratteristiche globali della sezione: viene inserito un elemento fittizio alla base della parete,<br />

descrivendone la risposta a mezzo di opportuni legami isteretici.<br />

Linde [1989] propone, per l’<strong>analisi</strong> di pareti isolate, un modello a due componenti basato sulla<br />

trasformazione delle azioni esterne in una coppia di forze (Figura 4.50.a), ciascuna delle quali è<br />

assorbita da una componente dell’elemento fittizio (Figura 4.50.b). Quest’ultimo si suppone di<br />

altezza infinitesima e viene adottato un legame bi<strong>lineare</strong> per la risposta delle componenti (Figura<br />

4.50.c).<br />

Il modello potrebbe essere generalizzato per pareti inserite in un sistema strutturale, determinando<br />

la coppia di forze agenti sulle componenti dell’elemento fittizio in funzione delle sollecitazioni<br />

presenti alla base della parete, ma, come evidenziato dallo stesso autore, la simulazione degli effetti<br />

della fixed end rotation <strong>non</strong> è facilmente realizzabile con modelli macroscopici basati sul<br />

comportamento fisico e sarebbe, dunque, necessaria un’<strong>analisi</strong> più dettagliata per la taratura dei<br />

parametri che caratterizzano il legame isteretico dell’elemento fittizio.<br />

Né è possibile adottare modelli isteretici come quelli proposti per la schematizzazione di fenomeni<br />

analoghi che si riscontrano nelle giunzioni trave-pilastro, perché la presenza di armature diffuse nel<br />

pannello centrale della parete influenza in maniera determinante i meccanismi di apertura e<br />

chiusura delle fessure e gli slittamenti delle armature dovuti alla degradazione dell’aderenza. Ne<br />

consegue che la distribuzione delle tensioni di aderenza è più difficilmente correlabile alle<br />

sollecitazioni globali della sezione, in confronto al caso in cui le armature sono concentrate in<br />

prossimità delle fibre più esterne della sezione, come, generalmente, accade per i pilastri e le travi.<br />

Anche volendo ricorrere a modelli a più di due componenti, si rende necessaria un’<strong>analisi</strong><br />

dettagliata e la disponibilità di numerosi risultati sperimentali per definire i legami isteretici delle<br />

componenti.<br />

F<br />

F<br />

1<br />

P<br />

Δ<br />

B<br />

M<br />

F<br />

2<br />

H<br />

K 1<br />

Δ<br />

(a) (b) (c)<br />

Figura 4.50. Modello per la schematizzazione della fixed end rotation [Linde, 1989]: (a) trasformazione<br />

delle azioni esterne in reazioni delle componenti; (b) elemento fittizio; (c) legame bi<strong>lineare</strong> per le<br />

componenti.<br />

120<br />

K 2<br />

F i<br />

K i<br />

δ i

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