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TESI DI DOTTORATO Modellazione e analisi non lineare - LabMec ...

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Capitolo 8. Conclusioni<br />

calcestruzzo (legame di Kent e Park modificato), distinguendo tra calcestruzzo<br />

confinato e <strong>non</strong> confinato, ed all’acciaio (legame elasto-plastico incrudente);<br />

• WALL7: modello di parete in cui il pannello è stato schematizzato attraverso un MCPM; la<br />

risposta tagliante è stata ottenuta mediante la MCFT, riferendosi ad un unico<br />

elemento rappresentativo dell’intero pannello; la risposta assiale è stata simulata<br />

mediante un elemento a due componenti in parallelo, relative al calcestruzzo<br />

(legame di Kent e Park modificato), distinguendo tra calcestruzzo confinato e <strong>non</strong><br />

confinato, ed all’acciaio (legame elasto-plastico incrudente).<br />

Al fine di valutare l’affidabilità e l’efficacia dei modelli di parete considerati, i risultati ricavati<br />

dall’indagine numerica sono stati messi a confronto con quelli sperimentali conseguiti da Vallenas<br />

et al. [1979]. Inoltre, un ulteriore confronto è stato svolto considerando i risultati ottenuti con il<br />

modello WALL7 e quelli di un’<strong>analisi</strong> agli elementi finiti, eseguita attraverso il programma<br />

VecTor2, sviluppato alla University of Toronto dal VecTor Analysis Group (Wong e Vecchio,<br />

2002).<br />

Le esperienze numeriche hanno evidenziato potenzialità e limiti dei modelli adottati, che, con<br />

opportune scelte dei parametri in gioco (in particolare, il parametro c), permettono un’adeguata<br />

descrizione della risposta delle pareti strutturali sottoposte a carico monotono, almeno<br />

considerando il legame tra il taglio alla base V e lo spostamento complessivo in sommità δ3<br />

(depurato della parte dovuta al fenomeno della fixed end rotation); alcuni modelli consentono,<br />

inoltre, di valutare con discreta o buona approssimazione anche i contributi delle singole<br />

componenti di spostamento, flessionale δ3,flex e tagliante δ3,shear. La correlazione migliore con i<br />

risultati sperimentali si è avuta mediante il modello WALL7, il quale ha permesso di ottenere anche<br />

una risposta a taglio che ben rappresenta il comportamento della parete in confronto a quella<br />

ricavata mediante l’OOHM.<br />

Anche dal confronto con le curve numeriche monotone ottenute attraverso il programma agli<br />

elementi finiti VecTor2 è stato messo in evidenza un buon accordo con i risultati sperimentali. Il<br />

modello FEM, caratterizzato da una mesh abbastanza fitta, ha però richiesto un tempo<br />

computazionale piuttosto elevato, impiegando, con lo stesso mezzo di calcolo (AMD Athlon(tm)<br />

XP 1800, 1.53 GHz, 512 MB di RAM), circa un’ora contro gli appena 2 secondi che sono stati<br />

necessari per l’<strong>analisi</strong> mediante l’utilizzo del modello WALL7. Esso si è comunque rilevato un<br />

potente strumento, che ha consentito <strong>non</strong> solo di determinare lo stato tensionale e deformativo della<br />

parete al variare del carico applicato, ma ha anche permesso di individuare le zone di formazione<br />

delle fessure, la loro direzione, ampiezza e distanza.<br />

D’altra parte, bisogna tenere presente che tutte queste informazioni, pur fornendo indicazioni<br />

importanti in uno studio sviluppato nell’ambito della ricerca, potrebbero essere <strong>non</strong> richieste nel<br />

campo professionale, nel quale ciò che maggiormente interessa il professionista è la conoscenza del<br />

taglio e degli spostamenti nelle condizioni ultime, oltre che la risposta in termini globali.<br />

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