biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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il canone e la traduZione <strong>10</strong>7<br />
della traduzione in relazione al canone. si criticano l’‘ipernormatività’<br />
del canone, la sua provvisorietà, la sua impostazione euro-etnocentrica<br />
che ha escluso tutta la letteratura non occidentale, il suo maschilismo<br />
che ha escluso la letteratura femminile, il suo elitarismo che ha escluso<br />
la letteratura popolare o <strong>di</strong> massa, la sua tendenza a privilegiare certi<br />
generi e stili a scapito <strong>di</strong> molti altri, e così via. ma manca, mi sembra,<br />
una critica al fatto che solitamente si trascura l’importanza della traduzione<br />
nella formazione e trasformazione dei canoni. solo raramente<br />
viene preso in considerazione il fatto che i canoni letterari che accolgono<br />
letterature <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza linguistica si basino su traduzioni,<br />
e che, come si è detto, tale passaggio è un filtro affatto neutro. stupisce<br />
quin<strong>di</strong> che nemmeno gli stu<strong>di</strong>osi della traduzione sentano l’urgenza <strong>di</strong><br />
‘ricordare’ e <strong>di</strong> sottolineare il ruolo che questo processo testuale può occupare<br />
nelle formazioni dei canoni.<br />
sono note ad esempio le critiche e le accuse rivolte a The Western Canon<br />
<strong>di</strong> Harold bloom (1994), opera in cui viene con forza riaffermata l’importanza<br />
del canone e nella quale bloom presenta una sorta <strong>di</strong> ‘classifica’ degli<br />
scrittori occidentali, con pretese <strong>di</strong> valore universale. il libro che si pone<br />
in <strong>di</strong>fesa «dell’oggi minacciato canone occidentale» 4 e in <strong>di</strong>chiarata opposizione<br />
agli stu<strong>di</strong> culturali, che secondo bloom hanno portato alla «degenerazione<br />
degli stu<strong>di</strong> letterari» 5 , è stato oggetto <strong>di</strong> critiche <strong>di</strong> ogni tipo,<br />
tra le quali mi pare importante ricordare che bloom ha letto <strong>–</strong> e giu<strong>di</strong>cato<br />
<strong>–</strong> i testi in versione spesso tradotta, e non ne ha letti altri, semplicemente<br />
perché non esistevano in una lingua a lui conosciuta, escludendoli, dunque,<br />
a priori dal canone. come fa notare il traduttore italiano, francesco<br />
saba sar<strong>di</strong>, nella sua Premessa a Il Canone occidentale (1996):<br />
bloom si è molto spesso avvalso <strong>di</strong> traduzioni in inglese <strong>di</strong> autori<br />
appartenenti a tutt’altre sfere: versioni che, se gli servivano a confermare<br />
le sue ipotesi, a volte, e vale soprattutto per cervantes e molière<br />
(ma anche la Divina Comme<strong>di</strong>a è stata letta da lui in una riduzione in<br />
prosa <strong>di</strong> John d. sinclair), scansavano tuttavia la sostanza del “rileggere<br />
i classici” 6 .<br />
non mi risulta, insomma, che nell’ambito degli stu<strong>di</strong> sulla traduzione<br />
si sia affrontata la questione del canone con lo stesso atteggiamento critico<br />
con cui è invece stato contestato, riscritto o ad<strong>di</strong>rittura rifiutato da parte<br />
delle stu<strong>di</strong>ose <strong>di</strong> genere e femminismo, dagli specialisti <strong>di</strong> post-coloniale<br />
o <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> culturali. la natura dei canoni letterari va rivista per mettere<br />
in evidenza la posizione post-coloniale nei confronti dei classici letterari,<br />
come fa edward said in Cultura e imperialismo; va ripensata, affermano<br />
per esempio le stu<strong>di</strong>ose <strong>di</strong> genere, in quanto rappresenta<br />
[u]na tra<strong>di</strong>zione creata e dominata dagli uomini, che in forza <strong>di</strong> una<br />
presunta autorevolezza del giu<strong>di</strong>zio <strong>–</strong> i cui criteri erano (sono?) conformati<br />
al neutro e se<strong>di</strong>cente universale <strong>–</strong> aveva escluso dal canone <strong>di</strong>