biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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il canone gaY<br />
Sandro Melani<br />
dante; chaucer, shakespeare, milton e il dottor Johnson; cervantes;<br />
montaigne e molière; goethe; subito <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> loro, nel rispetto della successione<br />
cronologica, Jane austen, Wordsworth, george eliot e <strong>di</strong>ckens;<br />
Whitman e emily <strong>di</strong>ckinson; tolstoj; ibsen; infine, a chiusura <strong>di</strong> questa<br />
illustre e sfarzosa parata, borges, neruda e Pessoa; Joyce, Virginia Woolf<br />
e beckett; Proust; Kafka e freud (quest’ultimo, beninteso, nelle vesti non<br />
<strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> scienza o <strong>di</strong> sciamano ma, a prescindere dalla considerazione<br />
in cui si preferisce tenere i dettami della psicanalisi, <strong>di</strong> saggista): <strong>di</strong> questo<br />
ampio arco temporale, sud<strong>di</strong>viso in tre <strong>di</strong>verse età <strong>–</strong> «aristocratica»<br />
la prima, che dal me<strong>di</strong>oevo si spinge fino alle soglie del romanticismo,<br />
«democratica» e «caotica» la seconda e la terza che abbracciano, rispettivamente,<br />
il <strong>di</strong>ciannovesimo e il ventesimo secolo <strong>–</strong> sono dunque, in tutto,<br />
ventisei gli autori passati in rassegna da Harold bloom nel suo stu<strong>di</strong>o sul<br />
canone occidentale 1 . sono solo ventisei perché, come egli stesso riconosce,<br />
non sarebbe stato possibile scrivere un saggio che tra le sue pagine ne accogliesse<br />
quattrocento, ma tutti quanti sono stati comunque scelti da una<br />
parte in virtù della loro rappresentatività nazionale, dall’altra in nome <strong>di</strong><br />
quella loro sublime qualità estetica a cui, grazie alla sua lunga e sofisticata<br />
esperienza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso e <strong>di</strong> lettore, si sente autorizzato a conferire lo status<br />
<strong>di</strong> vera e propria realtà ontologica e non <strong>di</strong> mera proposta <strong>di</strong> origine kantiana.<br />
tra queste ventisei stelle, poi, come se ci trovassimo <strong>di</strong> fronte a un<br />
sistema eliocentrico comprovato da accurate misurazioni astronomiche,<br />
spicca per l’intensità del suo fulgore quella <strong>di</strong> shakespeare, a cui, per riallacciarsi<br />
al sottotitolo del saggio da lui de<strong>di</strong>cato al grande bardo, viene<br />
conferita l’insigne qualifica <strong>di</strong> «inventore dell’umano».<br />
intenzionato a opporre una strenua resistenza alla <strong>di</strong>sgregazione <strong>di</strong> un<br />
or<strong>di</strong>namento culturale che sembrava possedere il dono dell’eternità, un<br />
crollo iniziato nel momento in cui «il centro non ha tenuto, e l’anarchia<br />
sta per scatenarsi su quello che si usava definire ‘il mondo dotto’» 2 , bloom<br />
non tarda a proclamarsi assai poco interessato a quelle che giu<strong>di</strong>ca finte<br />
guerre culturali e fin dalle pagine introduttive sferra la sua provocativa<br />
battaglia personale. ci troviamo così ad assistere a uno scontro che il suo<br />
conduttore ritiene pienamente legittimato dalla risposta che, per quanto<br />
elitaria sia, ritiene giusto dare all’inevitabile interrogativo su quale possa<br />
essere il fattore in grado <strong>di</strong> conferire canonicità agli autori e alle loro ope-<br />
o. de Zordo, f. fantaccini (a cura <strong>di</strong>), altri canoni / canoni altri pluralismo e stu<strong>di</strong> letterari<br />
isbn (online) 978-88-6453-012-3, 2011 firenze university <strong>Press</strong>