biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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canone e Post-coloniale 75<br />
mon<strong>di</strong> ‘altri’ ha fatto nascere l’esigenza all’interno delle stesse istituzioni<br />
occidentali/centrali, <strong>di</strong> un ampliamento del canone britannico, almeno<br />
a livello <strong>di</strong> scolarizzazione terziaria, così da potervi includere gli autori<br />
‘post-coloniali’ <strong>di</strong> maggiore successo.<br />
È bene chiarire subito che, per citare gayatri chakravorti spivak (che<br />
insieme a edward said e Homi bhabha costituisce la triade critica postcoloniale<br />
‘canonica’) «non ci può essere una teoria generale dei canoni»<br />
visto che «i canoni sono la con<strong>di</strong>zione e l’effetto delle istituzioni» 40 . le molteplici<br />
relazioni tra canone e post-coloniale sul piano letterario nascono<br />
dal loro rapporto simbiotico, ambivalente e conflittuale, in cui i contesti<br />
storico-politici e i molti intertesti culturali contribuiscono a generare un<br />
ambiente eterogeneo, ibrido e altamente fecondo. sebbene potrebbe sembrare<br />
naturale parlare <strong>di</strong> un rapporto lineare <strong>di</strong> <strong>di</strong>scendenza, <strong>di</strong> filiazione<br />
<strong>di</strong>retta tra testo canonico e riscritture post-coloniali, in realtà, come<br />
spiega edward said, è più corretto parlare <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> «affiliazione»<br />
che tenga conto delle molteplici forze e influenze che in tempi moderni e<br />
post-coloniali contribuiscono alla nascita <strong>di</strong> un testo (said, 1991). le affiliazioni<br />
<strong>di</strong> un testo ci portano costantemente a tenere presente la sua «materialiltà»,<br />
a porci domande sul dove e in che modo si sviluppi il testo. «il<br />
concetto <strong>di</strong> affiliazione ci spinge inesorabilmente a tenere presente la posizione<br />
e la localizzazione della produzione <strong>di</strong> un testo» 41 , domande a cui<br />
<strong>di</strong>venta fondamentale rispondere per non scivolare in categorizzazioni<br />
dualistico-manichee tipiche dell’epistemologia coloniale.<br />
1.2 Can(n)oni imperiali<br />
l’istruzione, impartita dallo stato o dai missionari, primaria o secondaria (e in<br />
seguito terziaria) è stata un imponente cannone nell’artiglieria dell’impero 42 .<br />
(b. ashcroft, H. tiffin, g. griffiths, The Post-Colonial Stu<strong>di</strong>es Reader, 1995)<br />
nel corso della sua esistenza l’impero coloniale si forma e si consolida<br />
attraverso un immenso esercizio <strong>di</strong> scrittura e <strong>di</strong> produzione testuale, non<br />
necessariamente limitato alla compilazione e sottoscrizione <strong>di</strong> carte giuri<strong>di</strong>che<br />
e burocratico-amministrative. se oggi è possibile rivivere l’esperienza<br />
coloniale britannica attraverso la lettura e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> testi <strong>di</strong> ogni genere<br />
(storico, sociale, legale, religioso, letterario), la loro produzione, traduzione,<br />
<strong>di</strong>ffusione e traslazione all’interno dei territori colonizzati ha contribuito<br />
al consolidamento e all’espansione dell’impero stesso (boehmer 2005). la<br />
scrittura coloniale aiuta il colonizzatore a prendere possesso <strong>di</strong> una realtà<br />
il più delle volte incomprensibile e risponde all’idea comune nei paesi colonizzatori<br />
che il mondo colonizzato sia incapace <strong>di</strong> rappresentarsi e debba<br />
quin<strong>di</strong> essere rappresentato. in mancanza <strong>di</strong> una volontà <strong>di</strong> comprensione<br />
dell’altro, la sua rappresentazione da parte del colonizzatore risulta totalmente<br />
inadeguata e pregiu<strong>di</strong>ziale. ciò che è inintelligibile <strong>di</strong>venta superfluo<br />
e viene eliminato, o viene descritto con una connotazione ‘esotica’, ‘misteriosa’,<br />
‘soprannaturale’ che renda la lettura più appettibile agli occhi occi-