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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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i canoni lesbici 173<br />

to ed alla nuova prospettiva che si va affermando, queste «sonnambule» 14<br />

cominciano ad aprire gli occhi e ad osservare con uno sguardo rinnovato<br />

le connessioni fra vita personale e politica, fra il soggetto e le istituzioni.<br />

la portata rivoluzionaria del femminismo è stata il tradurre tale processo<br />

<strong>di</strong> risveglio da un livello puramente in<strong>di</strong>viduale ad un livello collettivo, e<br />

rendere il risveglio personale un risveglio politico. alla base dell’approccio<br />

<strong>di</strong> rich vi è l’idea che questo processo rivoluzionario fu possibile (ed<br />

è possibile) se alla base si consolida una definizione identitaria (<strong>di</strong> donna<br />

e lesbica) ma anche un senso <strong>di</strong> appartenenza ad una comunità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />

che con<strong>di</strong>vidano ideali, valori e cultura, oltre che battaglie e recriminazioni.<br />

a partire da tali considerazioni rich espone il suo fondamentale<br />

concetto <strong>di</strong> revisione:<br />

re-visione, l’atto <strong>di</strong> guardare in<strong>di</strong>etro, <strong>di</strong> osservare con occhi nuovi,<br />

<strong>di</strong> entrare in un testo vecchio da una nuova prospettiva critica <strong>–</strong> è per<br />

le donne più <strong>di</strong> un capitolo della storia culturale: è un atto <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />

finché non potremo capire le presupposizioni in cui siamo<br />

immerse, non saremo in grado <strong>di</strong> capire noi stesse. e questo desiderio<br />

<strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong> sé, per le donne, è più <strong>di</strong> una ricerca <strong>di</strong> identità:<br />

è parte del nostro rifiuto dell’auto<strong>di</strong>struttività della società maschile<br />

dominante 15 .<br />

una siffatta critica ra<strong>di</strong>cale e femminista della letteratura, continua<br />

rich, implica non solo la revisione delle rappresentazioni, del linguaggio<br />

e dell’immaginario prodotti, ma anche una nuova comprensione dei nostri<br />

mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> nominarci, una nuova conoscenza e visione <strong>di</strong> sé.<br />

appare evidente che non ci sia tanto un rifiuto a priori dei testi del passato<br />

(che fanno parte della formazione dell’autrice) quanto una volontà <strong>di</strong><br />

conoscenza; una conoscenza profonda e potenzialmente rivoluzionaria<br />

che, per essere tale, deve passare attraverso uno sguardo nuovo: «abbiamo<br />

bisogno <strong>di</strong> conoscere la scrittura del passato, e <strong>di</strong> conoscerla <strong>di</strong>versamente<br />

da come l’abbiamo conosciuta; non per tramandare una tra<strong>di</strong>zione<br />

ma per interrompere la sua presa su noi» 16 .<br />

Questo processo <strong>di</strong> revisione al tempo stesso letteraria, in<strong>di</strong>viduale e<br />

collettiva si basa su una visione della letteratura come politica. rich espone<br />

molto chiaramente questo concetto nel saggio Toward a More Feminist<br />

Criticism (1981), in cui scrive: «tutta l’arte è politica nel senso <strong>di</strong> a chi è<br />

stato permesso farla, cosa l’ha posta in essere, perché e come è entrata nel<br />

canone e perché ne stiamo ancora <strong>di</strong>scutendo» 17 .<br />

in quest’ottica, anche la formazione del canone può essere interpretata<br />

come un processo determinato o perlomeno influenzato da fattori politici,<br />

ideologici, culturali, storici e soggettivi. un’altra critica nordamericana,<br />

Ju<strong>di</strong>th fetterley, si è occupata della necessità <strong>di</strong> rileggere i testi canonici<br />

come atto politico oltre che letterario e personale. in On the Politics of Literature<br />

(1978) 18 , fetterley traccia una connessione fra letteratura e consapevolezza,<br />

e fra mancanza <strong>di</strong> consapevolezza e mancanza <strong>di</strong> potere.

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