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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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Valentina Vannucci<br />

they do not deny the respective historical foil on which they are written<br />

<strong>–</strong> indeed, how could they without missing their point? 28<br />

le biofiction si basano sulla conoscenza e sulla consapevolezza <strong>di</strong> alcuni<br />

assunti del passato, nelle cui strategie narrative inscrivono le proprie. la<br />

confusione tra fattualità e creazione rimane nell’or<strong>di</strong>ne fittizio della rappresentazione,<br />

pertanto la riscrittura non nega il passato ma asserisce la<br />

sua non-esperibilità, la sua provvisorietà e indeterminatezza derivate da<br />

una modalità <strong>di</strong> accesso esclusivamente testuale. siamo lontani dall’affermazione<br />

che nulla vi sia «fuori dal testo», nulla al <strong>di</strong> fuori delle rappresentazioni<br />

che costituiscono la realtà. le biofiction accolgono una concezione<br />

testualista del rapporto esistente tra linguaggio e realtà (la cosiddetta «svolta<br />

linguistica») senza negare il referente <strong>–</strong> l’evento storico <strong>–</strong> ma riflettendo<br />

sulla limitatezza epistemologica causata dallo status ontologico delle tracce<br />

del passato, i cui resti sparpagliati e frammentari devono essere costruiti,<br />

piuttosto che ricostruiti 29 . la consapevolezza storica che emerge dalle biofiction<br />

non allude dunque ad una concezione <strong>di</strong> costruttivismo ra<strong>di</strong>cale,<br />

<strong>di</strong> relativismo storico e meno che mai <strong>di</strong> revisionismo. il passato creato<br />

dalla riscrittura della vita nelle biofiction è un passato non conclusivo e,<br />

poiché linguisticamente costruito, scoraggia l’identificazione <strong>di</strong> chi legge<br />

nella scena storica e, parimenti, una lettura puramente psicologica e apolitica,<br />

informativa e <strong>di</strong> evasione.<br />

la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, l’olocausto ed altri tragici avvenimenti<br />

del XX secolo hanno invalidato una concezione positivistica della storia,<br />

ovvero una visione della storia come progresso: nelle biofiction il senso <strong>di</strong><br />

assur<strong>di</strong>tà originato dall’utilizzo della storia e delle identità storiche come<br />

intertesti referenziali <strong>–</strong> l’autoriflessività implicita nel concetto stesso <strong>di</strong><br />

anacronismo <strong>–</strong> impe<strong>di</strong>scono l’acritica immedesimazione <strong>di</strong> chi legge nel<br />

mondo finzionale ed il successivo e inevitabile processo <strong>di</strong> rimozione <strong>di</strong> un<br />

passato visto come tale. rifiutando questo tipo <strong>di</strong> reazioni automatiche, le<br />

biofiction impongono un ripensamento del passato dal punto <strong>di</strong> vista del<br />

presente, non ‘retrogressivo’ e fine a se stesso ma, appunto, progressivo 30 .<br />

gli anacronismi delle biofiction letterarie, come il microfono che appare<br />

in alcune inquadrature della ‘riscrittura filmica’ Marie Antoniette (2006) 31 ,<br />

costringono i fruitori del testo ad interiorizzarne le implicazioni, coinvolgendoli<br />

nel processo <strong>di</strong> interpretazione che relaziona la loro esperienza a<br />

quella ricevuta. afferma, in proposito, naomi Jacobs:<br />

in the greek, anachronism means “against time,” a definition that<br />

might be expanded to read “against history.” for one must know history<br />

to be able to recognize anachronism; indeed, history must exist<br />

before anachronism exists, because a judgment that something is<br />

anachronistic assumes that certain objects or ways of thinking belong<br />

to a particular time and to no other. The writer who purposely uses<br />

anachronism is subverting that assumption, arguing “against time” by<br />

rejecting the historicist assumption that every time is unique 32 .

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