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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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136<br />

Valentina Vannucci<br />

tura) 53 . tali elementi suggeriscono una collocazione piuttosto eccentrica<br />

della biofiction nel panorama teorico contemporaneo, rivelandosi questa<br />

un genere che non si limita a scompaginare le strutture della tra<strong>di</strong>zione,<br />

ma parrebbe sconfessare anche quelle moderne tendenze critiche che la<br />

tra<strong>di</strong>zione hanno <strong>di</strong>chiarata ‘morta’.<br />

come è noto, la complessa <strong>di</strong>scussione originata in seguito alla pubblicazione<br />

dei saggi <strong>di</strong> barthes e <strong>di</strong> foucault sulla «morte dell’autore» 54 ,<br />

interpretata dall’uno come l’identificazione dell’autore con il testo stesso<br />

(sottratto dunque alla storia e condannato ad un circolo <strong>di</strong> semiosi illimitata),<br />

dall’altro come la contestazione <strong>di</strong> una certa funzione sociale<br />

dell’autore, ha comportato uno spostamento <strong>di</strong> enfasi dal concetto <strong>di</strong> originalità<br />

dell’opera d’arte a quello <strong>di</strong> scrittura, amalgama delle molteplici<br />

e <strong>di</strong>fferenti soggettività il cui insieme costituisce l’intertesto letterario 55 .<br />

con questi presupposti, il <strong>di</strong>battito poststrutturalista sul personaggio<br />

narrativo, inaugurato da The Character of Character (1974) <strong>di</strong> Hélène cixous<br />

56 , ha contestato la qualità repressiva implicita nel concetto <strong>di</strong> personaggio<br />

canonico, espressione <strong>di</strong> un meaning stabile, sovra-determinato ed<br />

investigato da un anthropocentric criticism che valuta i romanzi in base<br />

all’esplorazione della psicologia dei suoi protagonisti, tratteggiati ed interpretati<br />

sulla falsariga <strong>di</strong> una analogia con le persone reali. ancora negli<br />

anni ottanta, questo tipo <strong>di</strong> impostazione metodologica parla dunque<br />

<strong>di</strong> personaggi modernisti e postmodernisti <strong>di</strong>venuti ‘assenti’ dal testo (si<br />

veda la monografia dal programmatico titolo Rea<strong>di</strong>ng (Absent) Character<br />

<strong>di</strong> Thomas docherty 57 ), ovvero <strong>di</strong> costrutti verbali che, da beckett in<br />

avanti, avrebbero sostituito i loro antenati ‘antropomorfi’ con alcuni «fragmentary<br />

‘instant of subjectivity’, none of which seem to be related to each<br />

other, and none of which seem to develop in a more stable self» 58 . a tale<br />

frammentazione e <strong>di</strong>spersione della soggettività del personaggio corrisponderebbe,<br />

secondo questa linea critica, un’analoga mobilità <strong>di</strong> quella<br />

del lettore 59 , affrancato da una autoritaria intenzione autoriale e libero <strong>di</strong><br />

spaziare in quei luoghi <strong>di</strong> combinazione tra co<strong>di</strong>ci e sèmi oramai privata<br />

<strong>di</strong> ogni trascendenza e profon<strong>di</strong>tà.<br />

eppure, malgrado nella biofiction la precarietà del rapporto tra intenzione<br />

e contesto ricettivo sia stata qui più <strong>di</strong> una volta osservata, chi si è<br />

occupato <strong>di</strong> questo genere si è naturalmente trovato a <strong>di</strong>sagio con teorie<br />

che parlano <strong>di</strong> personaggi assenti dal testo, <strong>di</strong> eliminazione della soggettività<br />

autoriale 60 , ed infine <strong>di</strong> scomparsa e/o molteplicità del nome proprio<br />

nei romanzi contemporanei dal momento che la sua fissità costituirebbe<br />

un pericolo per «the suppositious freedom to change in the character»<br />

(e proprio questa libertà contribuisce, in modo rilevante, «to the illusion<br />

of the character’s real ontological existence») 61 . i suggerimenti della linguistica<br />

<strong>moderna</strong>, in particolare la descrizione dei soggetti grammaticali<br />

come empty shifters privi <strong>di</strong> referenza empirica, hanno giustamente<br />

posto l’accento sui pericoli <strong>di</strong> ignorare, nell’approccio critico, la natura<br />

esclusivamente artificiale <strong>di</strong> cui è costituito ogni personaggio narrativo,<br />

‘valutandolo’ invece secondo i parametri adottati per le persone reali e,

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