biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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Valentina Vannucci<br />
tura) 53 . tali elementi suggeriscono una collocazione piuttosto eccentrica<br />
della biofiction nel panorama teorico contemporaneo, rivelandosi questa<br />
un genere che non si limita a scompaginare le strutture della tra<strong>di</strong>zione,<br />
ma parrebbe sconfessare anche quelle moderne tendenze critiche che la<br />
tra<strong>di</strong>zione hanno <strong>di</strong>chiarata ‘morta’.<br />
come è noto, la complessa <strong>di</strong>scussione originata in seguito alla pubblicazione<br />
dei saggi <strong>di</strong> barthes e <strong>di</strong> foucault sulla «morte dell’autore» 54 ,<br />
interpretata dall’uno come l’identificazione dell’autore con il testo stesso<br />
(sottratto dunque alla storia e condannato ad un circolo <strong>di</strong> semiosi illimitata),<br />
dall’altro come la contestazione <strong>di</strong> una certa funzione sociale<br />
dell’autore, ha comportato uno spostamento <strong>di</strong> enfasi dal concetto <strong>di</strong> originalità<br />
dell’opera d’arte a quello <strong>di</strong> scrittura, amalgama delle molteplici<br />
e <strong>di</strong>fferenti soggettività il cui insieme costituisce l’intertesto letterario 55 .<br />
con questi presupposti, il <strong>di</strong>battito poststrutturalista sul personaggio<br />
narrativo, inaugurato da The Character of Character (1974) <strong>di</strong> Hélène cixous<br />
56 , ha contestato la qualità repressiva implicita nel concetto <strong>di</strong> personaggio<br />
canonico, espressione <strong>di</strong> un meaning stabile, sovra-determinato ed<br />
investigato da un anthropocentric criticism che valuta i romanzi in base<br />
all’esplorazione della psicologia dei suoi protagonisti, tratteggiati ed interpretati<br />
sulla falsariga <strong>di</strong> una analogia con le persone reali. ancora negli<br />
anni ottanta, questo tipo <strong>di</strong> impostazione metodologica parla dunque<br />
<strong>di</strong> personaggi modernisti e postmodernisti <strong>di</strong>venuti ‘assenti’ dal testo (si<br />
veda la monografia dal programmatico titolo Rea<strong>di</strong>ng (Absent) Character<br />
<strong>di</strong> Thomas docherty 57 ), ovvero <strong>di</strong> costrutti verbali che, da beckett in<br />
avanti, avrebbero sostituito i loro antenati ‘antropomorfi’ con alcuni «fragmentary<br />
‘instant of subjectivity’, none of which seem to be related to each<br />
other, and none of which seem to develop in a more stable self» 58 . a tale<br />
frammentazione e <strong>di</strong>spersione della soggettività del personaggio corrisponderebbe,<br />
secondo questa linea critica, un’analoga mobilità <strong>di</strong> quella<br />
del lettore 59 , affrancato da una autoritaria intenzione autoriale e libero <strong>di</strong><br />
spaziare in quei luoghi <strong>di</strong> combinazione tra co<strong>di</strong>ci e sèmi oramai privata<br />
<strong>di</strong> ogni trascendenza e profon<strong>di</strong>tà.<br />
eppure, malgrado nella biofiction la precarietà del rapporto tra intenzione<br />
e contesto ricettivo sia stata qui più <strong>di</strong> una volta osservata, chi si è<br />
occupato <strong>di</strong> questo genere si è naturalmente trovato a <strong>di</strong>sagio con teorie<br />
che parlano <strong>di</strong> personaggi assenti dal testo, <strong>di</strong> eliminazione della soggettività<br />
autoriale 60 , ed infine <strong>di</strong> scomparsa e/o molteplicità del nome proprio<br />
nei romanzi contemporanei dal momento che la sua fissità costituirebbe<br />
un pericolo per «the suppositious freedom to change in the character»<br />
(e proprio questa libertà contribuisce, in modo rilevante, «to the illusion<br />
of the character’s real ontological existence») 61 . i suggerimenti della linguistica<br />
<strong>moderna</strong>, in particolare la descrizione dei soggetti grammaticali<br />
come empty shifters privi <strong>di</strong> referenza empirica, hanno giustamente<br />
posto l’accento sui pericoli <strong>di</strong> ignorare, nell’approccio critico, la natura<br />
esclusivamente artificiale <strong>di</strong> cui è costituito ogni personaggio narrativo,<br />
‘valutandolo’ invece secondo i parametri adottati per le persone reali e,