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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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canone e BIOFICTION 139<br />

rica, la sua natura linguistica può al tempo stesso risultare enfatizzata da<br />

numerosi devices testuali (ad esempio, un <strong>di</strong>retto intervento del narratore<br />

che ce ne rammenta l’artificialità in una <strong>di</strong>gressione metanarrativa). in altre<br />

biofiction, invece, come nei già menzionati due volumi <strong>di</strong> The Stars o in<br />

Mab’s Daughters (1991) <strong>di</strong> Ju<strong>di</strong>th chernaik 70 , la strategia dell’allineamento<br />

del personaggio finzionale con il suo protomondo canonico non scoraggia<br />

l’immedesimazione nell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> realtà della ricreazione fittizia, che può<br />

essere letta al modo <strong>di</strong> qualsiasi altro tipo <strong>di</strong> narrazione e possedere una<br />

propria, seppur temporanea, plausibilità biografico-letteraria (non invalidata,<br />

nelle riscritture <strong>di</strong> roessner, neppure dalla presenza dell’elemento<br />

magico, del resto giustificato dall’immancabile riferimento all’esoterismo<br />

nelle biografie ufficiali della protagonista). ciò <strong>di</strong>mostra che, sebbene la<br />

natura verbale dei personaggi sia presente imme<strong>di</strong>atamente agli occhi<br />

dei lettori, impedendo loro <strong>di</strong> assimilare i dati storici offerti dai romanzi,<br />

una lettura in qualche modo mimetica dell’intreccio non è però esclusa a<br />

priori all’interno della narrazione e non è certo possibile affermare, come<br />

sostengono alcuni critici (tra cui Jacobs), che le personalità biografiche <strong>di</strong><br />

questa convenzione siano sempre necessariamente ridotte a «tipi culturali»,<br />

tendenze universali presentate senza dettagli né interiorizzazione 71 . in<br />

definitiva potremmo affermare, con lubomír doležel, che «l’impossibilità<br />

del mondo finzionale <strong>di</strong> una riscrittura si giu<strong>di</strong>ca in base al criterio valido<br />

per tutti i mon<strong>di</strong> finzionali: sono impossibili solo quelli che contengono o<br />

implicano stati <strong>di</strong> cose contrad<strong>di</strong>ttori» 72 . come accade per ogni tipologia<br />

<strong>di</strong> riscrittura post<strong>moderna</strong>, non tutti i mon<strong>di</strong> finzionali delle biofiction<br />

sono ‘impossibili’: Dr Copernicus (1976) <strong>di</strong> John banville, An Imaginary<br />

Life (1978) <strong>di</strong> david malouf 73 , ad esempio, non contengono violazioni della<br />

struttura logico-semantica del mondo stesso, ovvero non esplicitano le<br />

procedure <strong>di</strong> autenticazione all’interno della narrazione in modo tale da<br />

invalidare l’intero mondo finzionale, effetto che potrebbe verificarsi, al<br />

contrario, nel caso in cui l’autore ci offrisse più <strong>di</strong> un finale della vita dei<br />

suoi personaggi, oppure assumesse un tipo <strong>di</strong> narratore inatten<strong>di</strong>bile 74 (si<br />

pensi, tra questi, a Lord Byron’s Doctor <strong>di</strong> Paul West, 1989, dove il personaggio<br />

<strong>di</strong> Polidori racconta nei dettagli la propria morte 75 ).<br />

il punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> doležel è particolarmente interessante a questo<br />

punto del presente lavoro, perché le sue riflessioni teoriche ci permettono<br />

<strong>di</strong> offrire un adeguato quadro <strong>di</strong> riferimento critico per la convenzione<br />

della biofiction, e al tempo stesso l’occasione per definire come tale tipologia<br />

<strong>di</strong> approccio (e soprattutto la sua visione del personaggio narrativo)<br />

possa essere conciliato con le posizioni sino a questo momento sostenute<br />

riguardo alle implicazioni del genere sul canone biografico e letterario.<br />

nell’articolo Mimesis and Possible Worlds (1988), lo stu<strong>di</strong>oso incoraggia<br />

l’adozione <strong>di</strong> una «possible worlds semantics of fictionality» 76 , negando<br />

la necessità <strong>di</strong> una doppia semantica, una per la tipologia realistica e una<br />

per quella fantastica. i mon<strong>di</strong> della letteratura realistica, sostiene doležel,<br />

non sono meno fittizi <strong>di</strong> quelli delle fiabe o dei testi <strong>di</strong> fantascienza 77 , ed<br />

anzi, la ‘critica mimetica’ fallisce proprio laddove è costretta ad adottare

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