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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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Qualcosa È cambiato …<br />

Luigi Marinelli<br />

gli stu<strong>di</strong> femministi, <strong>di</strong> genere, gblt (feminist, gender, queer stu<strong>di</strong>es),<br />

gli stu<strong>di</strong> culturali (cultural stu<strong>di</strong>es), gli stu<strong>di</strong> postcoloniali (postcolonial<br />

stu<strong>di</strong>es), gli stu<strong>di</strong> sulla traduzione (translation stu<strong>di</strong>es), coniugandosi alla<br />

generale temperie <strong>di</strong> poststrutturalismo e postmodernismo, e rimettendo<br />

in <strong>di</strong>scussione da oltre una trentina d’anni a questa parte gerarchie e<br />

posizioni dentro e fuori, sopra e sotto i vari or<strong>di</strong>ni costituiti, hanno offerto<br />

un contributo inestimabile, ma anche forse ciclicamente inevitabile,<br />

su ciò che si debba intendere per canone letterario, quali i meccanismi e i<br />

‘segreti’ della sua formazione, quali anche i possibili strumenti e i ‘trucchi’<br />

dello smascheramento e <strong>di</strong> apposite revisioni <strong>di</strong> quegli stessi meccanismi.<br />

da eminentemente letteraria ed educativa, la questione del canone ha<br />

assunto insomma negli ultimi decenni una forte denotazione culturale e<br />

politica, scoperchiando conflitti mai sopiti, se non nell’intenzione, o piuttosto,<br />

nell’illusione autoritaria dei (vari) soggetti dominanti.<br />

durante il secolo scorso l’ampliamento della base democratica e numerica<br />

tout-court della lettura ha peraltro <strong>–</strong> almeno all’apparenza <strong>–</strong> trasferito<br />

la parola decisiva sul successo letterario dall’eletto manipolo dei critici a<br />

quello <strong>di</strong> massa (e poi mass-me<strong>di</strong>atico), ma forse non meno manipolatorio<br />

e manipolabile, dei lettori. e anche qui, poi, il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> tocqueville<br />

sulla «<strong>di</strong>ttatura della maggioranza» si è fatto sempre più attuale...<br />

con ciò la questione del canone ha quasi assunto una prevalente connotazione<br />

quantitativa e statistica (quali i libri più letti), travestendo o appunto<br />

‘mascherando’ la propria natura sostanzialmente normativa (quali<br />

i libri che devono esser letti).<br />

in tal senso <strong>–</strong> e pur non sottovalutando affatto l’importanza storica<br />

dell’evento, che si potrebbe sintetizzare nell’uso sempre più accorto <strong>di</strong> figure<br />

perifrastiche del dubbio e della trasgressione quali la litote, l’antifrasi<br />

e in genere l’ironia, l’iperbato e in genere l’inversione del ‘normale’ or<strong>di</strong>ne<br />

delle parole <strong>–</strong>, la pur commendevole re-azione liberatoria delle nuove<br />

correnti critiche materialiste e antidogmatiche potrebbe essere paragonata<br />

al ruolo del politically correct nelle attuali democrazie occidentali (che,<br />

specie nel caso <strong>di</strong> certe videocrazie a noi purtroppo assai ben note, taluni<br />

preferiscono chiamare «democrature») rispetto alle «neolingue» dei totalitarismi<br />

o degli stati ideologici <strong>di</strong> oltre mezzo secolo fa. a un linguaggio<br />

normativo chiuso si è sostituita una maggior cautela e apertura linguisti-<br />

o. de Zordo, f. fantaccini (a cura <strong>di</strong>), altri canoni / canoni altri pluralismo e stu<strong>di</strong> letterari<br />

isbn (online) 978-88-6453-012-3, 2011 firenze university <strong>Press</strong>

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