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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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90<br />

luisa PÈrcoPo<br />

bile, gli scrittori e i poeti che ne fanno parte sono in maggioranza uomini<br />

<strong>10</strong>7 . in questa stessa decade gli intellettuali mo<strong>di</strong>ficano i para<strong>di</strong>gmi con<br />

cui si definisce la letteratura nazionale e stabiliscono l’accesso ai canali<br />

della pubblicazione e <strong>di</strong>stribuzione attraverso cui la letteratura nazionale<br />

viene prodotta e recepita. in questo senso la letteratura australiana <strong>di</strong>venta<br />

«il terreno <strong>di</strong> scontro decisivo per stabilire un’autorità culturale e intellettuale,<br />

e da ultimo l’autorità a parlare a nome della nazione» <strong>10</strong>8 . il canone in<br />

questo caso non è formato esclusivamente dalle opere degne <strong>di</strong> nota per<br />

i loro ‘meriti estetici’, ma include e conferisce autorità rappresentativa a<br />

quelle che riflettono i valori <strong>di</strong> una determinata ‘australianità’, così come<br />

essa è stata definita dalla classe/etnia/genere dominante.<br />

nel periodo che va dalla seconda metà degli anni settanta alla seconda<br />

metà degli anni ottanta, il canone subisce una prima trasformazione a<br />

carattere inclusivo. grazie alla revisione della storia culturale australiana<br />

ad opera <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ose, quali anne summers (1975) miriam <strong>di</strong>xson (1976),<br />

Kay schaffer (1988) e susan sheridan (1995) che rivalutano il contributo<br />

delle molte scrittrici e poetesse <strong>di</strong> inizio secolo, il canone si apre a rappresentanti<br />

femminili, sino a quel momento trascurate o consegnate all’oblio,<br />

perchè i loro temi, spesso poco convenzionali e anticonformisti, si <strong>di</strong>staccavano<br />

da quelli trattati dai loro colleghi.<br />

la gamma degli avvenimenti nella decade successiva presenta esempi<br />

che vanno da un opposto all’altro. nel 1981 viene pubblicata The Oxford<br />

History of Australian Literature a cura <strong>di</strong> leonie Kramer, le cui posizioni<br />

e commenti rispetto ad una maggiore inclusività del canone australiano<br />

tale da poter comprendere anche le sue minoranze sono incre<strong>di</strong>bilmente<br />

simili a quelle pronunciate da bloom una decade più tar<strong>di</strong> e già menzionate<br />

nella prima sezione <strong>di</strong> questo lavoro <strong>10</strong>9 . il ‘multiculturalismo’ 1<strong>10</strong> bran<strong>di</strong>to<br />

dallo stato e dalla cultura dominante come esempio <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong><br />

sviluppo socio-culturale <strong>di</strong> successo, in realtà mostra in questi anni tutti i<br />

suoi limiti come termine inclusivo e «circola in australia come una serie<br />

<strong>di</strong> formazioni <strong>di</strong>scorsive che serve un insieme <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> interessi istituzionali»<br />

111 . È la fine degli anni ottanta, tuttavia, che segna una svolta epocale<br />

nella storia culturale della nazione e conseguentemente anche nel suo<br />

canone letterario. il 1988, data del bicentenario del primo inse<strong>di</strong>amento<br />

britannico e delle sue celebrazioni, che paradossalmente escludono quasi<br />

un quarto della sua popolazione, mette in evidenza le contrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

una nazione in piena crisi identitaria. una nazione multiculturale, quale<br />

l’australia professa <strong>di</strong> essere, necessita <strong>di</strong> un’identità culturale che rifletta<br />

la sua eterogeneità. Per molti intellettuali e semplici citta<strong>di</strong>ni il bicentenario<br />

<strong>di</strong>venta quel punto ideale, il punto del non-ritorno, oltre il quale<br />

non è più possibile accettare «il monocentrismo in ogni sfera» <strong>di</strong> significato<br />

senza metterlo in <strong>di</strong>scussione, simile a quello stesso momento che nel<br />

mondo coloniale ha dato avvio al processo inverso <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> coscienza e<br />

<strong>di</strong> sovvertimento dell’or<strong>di</strong>ne precostituito: «il processo <strong>di</strong> alienazione che<br />

inizialmente è servito per relegare il mondo post-coloniale ai ‘margini’, si è<br />

girato su se stesso e ha spinto quel mondo attraverso una sorta <strong>di</strong> barriera

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