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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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«canons <strong>di</strong>e Hard» 207<br />

who produce and consume that content, and even less still to the way<br />

that the me<strong>di</strong>um of print has con<strong>di</strong>tioned our notions of canonicity 29 .<br />

Quin<strong>di</strong>, se da una parte la logica ipertestuale della rete porta ad un<br />

processo o ad un movimento <strong>di</strong> decentralizzazione rispetto ad un nucleo<br />

principale <strong>di</strong> interesse, dall’altra è la rete stessa che si è rivelata come nuova<br />

collezione, elenco <strong>di</strong> opere ipertestuali archiviate nel rispetto o meno<br />

<strong>di</strong> un certo standard qualitativo. in altre parole, se il modello ipertestuale<br />

che ci propone il web può essere effettivamente decentralizzante, <strong>di</strong> fatto,<br />

a ben guardare, il suo stesso livello significante altro non è che una nuova<br />

raccolta, una lista <strong>di</strong> opere fornite in base alla ricerca condotta e che<br />

quin<strong>di</strong> agisce, pur non volendo, contro la decentralizzazione espressa dalla<br />

sua struttura più profonda. come suggeriscono fraistat, Jones e stahmer,<br />

questo può <strong>di</strong>pendere sia da una mancanza <strong>di</strong> strumenti cognitivi nell’affrontare<br />

gli effetti della decentralizzazione e frammentazione sia perché,<br />

secondo un’istanza essenzialmente foucaultiana, le potenzialità <strong>di</strong> conoscenza<br />

<strong>di</strong> ogni unità ipertestuale sono <strong>di</strong> per sé impegnate in una lotta <strong>di</strong><br />

potere che opera al <strong>di</strong> fuori della portata <strong>di</strong> soggetti in<strong>di</strong>viduali 30 . d’altra<br />

parte, è necessario considerare secondo i tre stu<strong>di</strong>osi, il notevole con<strong>di</strong>zionamento<br />

del concetto <strong>di</strong> canonicità prodotto dai tra<strong>di</strong>zionali me<strong>di</strong>a,<br />

in particolare cartacei. in effetti, come già anticipato, pur rivolgendosi ad<br />

un me<strong>di</strong>um <strong>di</strong>verso come quello <strong>di</strong>gitale, l’utente ricerca sempre lo stesso<br />

messaggio ovvero, nel nostro caso, le stesse opere che nelle e<strong>di</strong>zioni a<br />

stampa sono annoverate tra i classici della letteratura. le comunità letterarie<br />

in cui ogni singolo utente può entrare a far parte producono, implementano<br />

e consumano in primis proprio quel contenuto. da qui la scelta<br />

quasi d’obbligo, da parte degli e<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> molti siti web, <strong>di</strong> pubblicare in<br />

rete in primo luogo tutte le opere considerate canoniche, al fine <strong>di</strong> aumentare<br />

il proprio ranking.<br />

in antitesi con questa opinione si pone quella <strong>di</strong> altri stu<strong>di</strong>osi, come<br />

nicola nisticò, che considerano «il Web, più che lo spazio <strong>di</strong> una comunità<br />

[…] uno spazio per l’autorità, dove sono prevalse politiche <strong>di</strong> imposizione<br />

del canone […] in luogo <strong>di</strong> una libera elaborazione <strong>di</strong> contenuti<br />

nuovi» 31 . una tesi che sembra peraltro essere confermata dal fatto che la<br />

maggior parte <strong>di</strong> tutti i textbases presenti nel web sono fondati dalle principali<br />

università. È questo il caso, come vedremo meglio più avanti, <strong>di</strong><br />

progetti quali The English Server della carnegie mellon university, The<br />

Penn Electronic Archive and Library della university of Pennsylvania, The<br />

Electronic Text Center della university of Virginia, e The Eris Project della<br />

Virginia tech university. tutti questi siti hanno adottato l’innovativa<br />

vetrina virtuale per esporre soltanto alcune opere non canoniche rispetto<br />

alle numerose canoniche.<br />

in sintesi quin<strong>di</strong>, se per un verso prevale l’opinione <strong>di</strong> considerare il<br />

web quale me<strong>di</strong>um e la comunità virtuale in veste <strong>di</strong> lettore, come i veri<br />

responsabili del processo <strong>di</strong> canon formation in rete, per l’altro si tende<br />

invece ad attribuire al mittente, dalla fisionomia ora virtuale ma dall’ani-

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