biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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canone e Post-coloniale 89<br />
scopo <strong>di</strong> sostenere una formazione <strong>di</strong>scorsiva ‘australiana’ esclusivamente<br />
anglo-celtica <strong>10</strong>4 . nei casi in cui le due minoranze sono presenti, lo sono per<br />
lo più con connotazioni <strong>di</strong> ‘alterità’ e <strong>di</strong> estraneità al modello identitario<br />
nazionale confermando che «sebbene la morfologia del colonialismo sia<br />
cambiata», la sua persistenza è ancora visibile nelle pratiche <strong>di</strong>scorsive e<br />
culturali australiane <strong>10</strong>5 . È interessante notare come, almeno sino alla fine<br />
degli anni ottanta, le <strong>di</strong>namiche e le finalità del canone nazionale australiano<br />
siano state per certi versi simili a quelle messe in pratica dal sistema<br />
coloniale britannico, che viene in qualche modo interiorizzato e riprodotto<br />
nella produzione culturale nazionale a scapito delle rappresentazioni<br />
delle minoranze. Per fare un esempio pratico, Peter carey, che come ho<br />
fatto notare nella sezione precedente opera una scrittura contro-<strong>di</strong>scorsiva<br />
del canone britannico e ne evidenzia le limitazioni rappresentative, in<br />
australia invece fa decisamente parte del canone, risulta quin<strong>di</strong> più visibile<br />
ed è leggitimato a rappresentarne l’identità culturale.<br />
sebbene sin dalla fine del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo esistesse una curiosità<br />
scientifica riguardo l’eccellenza delle opere australiane, i primi tentativi <strong>di</strong><br />
promuovere una letteratura nazionale risalgono agli anni Venti del ventesimo<br />
secolo e si inseriscono nell’ondata generale <strong>di</strong> nazionalismo culturale<br />
che in quel periodo si opponeva ad un’overdose <strong>di</strong> letteratura e cultura<br />
britannica e americana nell’immaginario australiano. nettie Palmer nel<br />
suo volumetto sulla letteratura australiana dal 1900 al 1923, in<strong>di</strong>vidua negli<br />
autori che scrivono all’inizio del secolo i precursori del connubio nazione-letteratura<br />
australiana, conferendogli per primi la coscienza dello<br />
stretto rapporto tra queste due entità: «[p]robabilmente la principale ricchezza<br />
degli scrittori australiani nell’anno 1901 era proprio la coscienza<br />
<strong>di</strong> nazione. l’australia non era più un gruppo <strong>di</strong> colonie più o meno importanti,<br />
che stava liberamente insieme con le bermuda e fiji nell’ampio<br />
petto <strong>di</strong> britannia: l’australia da quel momento era l’australia. scoprire<br />
cosa significasse questo nome era compito soprattutto degli scrittori» <strong>10</strong>6 .<br />
<strong>di</strong>battiti successivi hanno rimbalzato tra le posizioni <strong>di</strong> alec derwent<br />
Hope, considerato uno tra i maggiori poeti e intellettuali australiani del<br />
novecento, che considerava la cultura e letteratura locali come parte <strong>di</strong><br />
quelle britanniche ed europee (1962), e quelle <strong>di</strong> arthur angel Phillips,<br />
le cui posizoni nazionaliste premevano invece per un <strong>di</strong>stacco dall’ombra<br />
coloniale della gran bretagna, vista ancora come la patria spirituale<br />
australiana, e per un coinvolgimento maggiore nella valorizzazione della<br />
culturale locale (1968).<br />
le posizioni <strong>di</strong> Phillips e <strong>di</strong> altri intellettuali emergono negli anni sessanta<br />
con la vera e propria istituzionalizzazione del canone australiano,<br />
frutto appunto <strong>di</strong> una volontà critica <strong>di</strong> trasformazione che mirava ad introdurre<br />
testi australiani nel curriculum scolastico e universitario dominato<br />
dalla presenza <strong>di</strong> testi britannici. il processo <strong>di</strong> canonizzazione della<br />
letteratura australiana avviene, dunque, attraverso la sua istituzionalizzazione<br />
come materia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o a livello universitario e avviene per mano <strong>di</strong><br />
intellettuali e accademici (cfr. carter 1997). come è facilmente immagina-