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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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228<br />

arianna antonielli<br />

pieni. Per questo, è possibile asserire che i motori <strong>di</strong> ricerca come google, Yahoo!,<br />

altavista o Virgilio, implementano per certi versi il processo <strong>di</strong> canon formation<br />

nella misura in cui non riuscendo ad in<strong>di</strong>cizzare tutte le informazioni online,<br />

portano avanti una scelta, quella <strong>di</strong> mantenere nei propri elenchi solo i principali<br />

collegamenti. Per ulteriori approfon<strong>di</strong>menti, si veda r. ri<strong>di</strong>, La qualità del<br />

web della <strong>biblioteca</strong> come equilibrio tra forze centrifughe e centripete, «biblioteche<br />

oggi», settembre 2000, pp. 50-61.<br />

38 Ho dovuto inoltre sorvolare tutti quei siti de<strong>di</strong>cati non tanto alla riproduzione<br />

online <strong>di</strong> opere letterarie, quanto a riflessioni critiche metatestuali su quelle<br />

stesse opere e sul destino della letteratura tout court. Per ogni eventuale approfon<strong>di</strong>mento<br />

rimando a P. carbone, Il portolano dell’anglista, mimesis, milano<br />

1999.<br />

39 non ho inoltre affrontato, per motivi <strong>di</strong> spazio, la questione altrettanto rilevante<br />

dell’e<strong>di</strong>zione critica (online o meno) e dell’e<strong>di</strong>ting come ‘fonte’ o in rapporto<br />

alla ‘autorità’ <strong>di</strong> un testo. tali ambiti <strong>di</strong> ricerca saranno sviluppati in un mio<br />

secondo contributo che intende proseguire e concludere le argomentazioni qui<br />

anticipate. Per ulteriori approfon<strong>di</strong>menti, rimando a c.m. bajetta, The Authority<br />

of E<strong>di</strong>ting: Thoughts on the Function(s) of Textual Criticism, cit., pp. 305-322; J.<br />

mcgann, Ra<strong>di</strong>ant Textuality, cit., pp. 1-19 e 75-88.<br />

40 d’ora in avanti i riferimenti agli in<strong>di</strong>rizzi web <strong>di</strong> ciascuna pagina saranno<br />

espressi con il relativo uniform resource locator non preceduto dal tipo <strong>di</strong> protocollo<br />

che si presume essere ‘http’.<br />

41 come osserva l. mandell, dalla prima antologia <strong>di</strong> letteratura inglese degli<br />

anni ‘90, Romanticism: An Anthology <strong>di</strong> d. Wu, che privilegia autori romantici<br />

<strong>di</strong> sesso maschile, alla rivisitata Norton fino alla seconda e<strong>di</strong>zione della Perkins,<br />

il registro è invariato: antologie ini<strong>di</strong>rizzate alla poesia, alla lirica e i cui protagonisti<br />

sono ancora i poeti <strong>di</strong> sesso maschile, mentre le donne sono presenti come<br />

comparse. in effetti, sebbene l’antologia <strong>di</strong> Wu sia nota soprattutto per le versioni<br />

full-text delle opere <strong>di</strong> Wordsworth, blake, byron, shelley, e Keats, d’altra parte<br />

tutte le opere <strong>di</strong> tutte le autrici che vi sono riportate risultano essere pesantemente<br />

‘tagliate’. «in the earliest anthologies as well as in the new Norton, Perkins, and<br />

Wu, women’s cut-up works are used to figure the material body that contrasts<br />

to the ideal (male) poet’s body and works. The male poet’s oeuvre is established<br />

as a body of work that is transcendent of time by contrasting it with women’s<br />

poetry which, as is the case with all “minor” poetry, is only interesting because<br />

it represents material history» (Canons Die Hard: A Review of the New Romantic<br />

Anthologies, cit., ).<br />

42 come spiega antonella de robbio, «l’iniziativa creative commons, promossa<br />

da giuristi internazionali <strong>di</strong> chiara fama, […] nasce al fine <strong>di</strong> combattere<br />

l’attuale iper regolamentazione nel mondo della proprietà intellettuale e appare<br />

assai interessante anche per il mondo della ricerca e della <strong>di</strong>dattica. l’obiettivo <strong>di</strong><br />

creative commons è accrescere il numero <strong>di</strong> opere creative liberamente con<strong>di</strong>visibili,<br />

<strong>di</strong>stribuibili e, secondo la scelta del loro autore, mo<strong>di</strong>ficabili. attraverso le<br />

licenze e altri strumenti legali, Creative Commons permette agli autori <strong>di</strong> tutelare<br />

legalmente le loro opere e, contemporaneamente, concede ai fruitori delle stesse<br />

maggiori libertà che contribuiscono alla <strong>di</strong>ffusione della cultura e della conoscenza.<br />

in altri termini sono gli autori stessi che decidono cosa si può fare sulle proprie<br />

opere» (Open Access e copyright. Faq, ).<br />

43 «open access non è solo un movimento, ma è una strategia, un insieme <strong>di</strong><br />

iniziative internazionali con al centro gli scienziati e i <strong>biblioteca</strong>ri coalizzati assie-

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