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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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40<br />

federica frabetti<br />

parte <strong>–</strong> e veniamo qui al momento conclusivo <strong>di</strong> questa breve indagine sui<br />

rapporti tra performatività e canone <strong>–</strong> voglio anche suggerire che proprio<br />

il concetto <strong>di</strong> performatività, se applicato al canone, può portarci a una<br />

ridefinizione <strong>di</strong> ciò che inten<strong>di</strong>amo con ‘canone’. Ve<strong>di</strong>amo come <strong>–</strong> ossia<br />

pren<strong>di</strong>amo in esame l’altro aspetto <strong>di</strong> cui parlavo all’inizio: la performatività<br />

del canone. il concetto <strong>di</strong> performatività ci mette in grado <strong>di</strong> porre, a<br />

proposito del canone, quella che sedgwick chiamerebbe la domanda «nonessenzialistica»,<br />

che riformulerei così: non ‘che cos’è il canone?’ ma ‘che<br />

cosa fa il canone?’ 28 . Voglio ora approfon<strong>di</strong>re il senso <strong>di</strong> questa domanda<br />

e indagare come si possa rileggere la relazione tra canone e <strong>di</strong>sciplinarità<br />

(e tra canone e università) proprio tramite il concetto <strong>di</strong> performatività.<br />

in un suo recente lavoro gary Hall si concentra sulle forme e sugli usi<br />

specifici <strong>di</strong> particolari istanze dei me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>gitali, e in particolare su un archivio<br />

<strong>di</strong>sciplinare ‘aperto’ <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> culturali chiamato csearcH (Hall,<br />

2007). csearcH è basato su software open access e consente <strong>di</strong> pubblicare<br />

on-line materiali <strong>di</strong> ogni genere afferenti agli stu<strong>di</strong> culturali, inclusi<br />

appunti, work-in-progress, frammenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito e in generale materiali<br />

che non seguono i tra<strong>di</strong>zionali standard formali accademici. a partire da<br />

questo esempio, Hall sostiene che un archivio non è un’istituzione neutrale<br />

né un supporto ininfluente sul proprio contenuto. al contrario, un<br />

archivio contribuisce a dare forma al contenuto <strong>–</strong> dunque, un archivio<br />

aperto contribuisce a dare una forma ‘aperta’ al contenuto. la descrizione<br />

che Hall fa <strong>di</strong> csearcH mostra chiaramente come l’archivio aperto<br />

sia in grado <strong>di</strong> confondere produttivamente i confini istituzionali della<br />

<strong>di</strong>sciplina (rappresentati ad esempio dalle riviste accademiche tra<strong>di</strong>zionali)<br />

e metta in gioco <strong>–</strong> per tutti coloro che usano csearcH <strong>–</strong> istanze in<br />

ultima analisi etiche e politiche, a cominciare dalla decisione su che cosa<br />

conti come stu<strong>di</strong> culturali. inoltre, ogni volta che l’archivio viene acceduto,<br />

il contenuto è estratto secondo percorsi <strong>di</strong>versi, andando a costituire<br />

<strong>di</strong> volta in volta specifiche istanze dell’archivio e specifiche configurazioni<br />

della <strong>di</strong>sciplina in quel particolare momento e luogo. l’archivio aperto<br />

degli stu<strong>di</strong> culturali analizzato da Hall fornisce un’efficace rilettura <strong>di</strong><br />

ciò che chiamiamo ‘<strong>di</strong>sciplinarità’ in termini performativi. non è un caso<br />

<strong>–</strong> vorrei aggiungere <strong>–</strong> che l’esempio <strong>di</strong> Hall afferisca agli stu<strong>di</strong> culturali,<br />

una <strong>di</strong>sciplina che per definizione ha un rapporto fondativo proprio con<br />

la critica dei canoni. secondo la più classica narrazione <strong>di</strong>sciplinare, gli<br />

stu<strong>di</strong> culturali britannici sono infatti nati dalla contestazione del canone<br />

universitario degli stu<strong>di</strong> umanistici da parte <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi legati<br />

alla cosiddetta ‘scuola <strong>di</strong> brirmingham’, tra cui raymond Williams,<br />

richard Hoggart e e.P. Thompson. la connotazione fortemente politica<br />

e anti-canonica degli stu<strong>di</strong> culturali non ha ovviamente impe<strong>di</strong>to che si<br />

riformasse imme<strong>di</strong>atamente un canone alternativo degli stu<strong>di</strong> culturali<br />

stessi. e tuttavia gli stu<strong>di</strong> culturali sono rimasti fino ad oggi un campo<br />

estremamente trans-<strong>di</strong>sciplinare, aperto e auto-riflessivo. a proposito <strong>di</strong><br />

questa estrema auto-riflessività degli stu<strong>di</strong> culturali lo stesso Hall ha recentemente<br />

osservato come ormai ogni testo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> culturali sembri aprirsi

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