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biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press

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88<br />

luisa PÈrcoPo<br />

per essere «colte nell’atto» <strong>di</strong> metterlo in pratica 96 . nelle sezioni precedenti<br />

ho mostrato come specifiche ragioni storico-politiche e socio-culturali regolino<br />

i processi <strong>di</strong> canonizzazione e come tra questi ultimi e le istituzioni<br />

esista uno stretto rapporto <strong>di</strong> interscambio e <strong>di</strong> mutuo sostegno 97 che<br />

consente da una parte il prevalere <strong>di</strong> determinati valori rappresentativi<br />

per la classe dominante, mentre dall’altra contribuisce all’alienazione <strong>di</strong><br />

quelle minoritarie o dominate. se il canone letterario britannico ha contribuito<br />

a espletare questa funzione all’interno delle colonie, è altrettanto<br />

vero che, una volta iniziato il processo <strong>di</strong> decolonizzazione, la riscoperta<br />

e la creazione <strong>di</strong> un corpus letterario che riflettesse valori e una certa coesione<br />

nazionali da parte delle ex-colonie ha contribuito ad accellerare il<br />

consolidamento <strong>di</strong> una loro coscienza nazionale, e attraverso quest’ultimo<br />

ad accrescere il <strong>di</strong>stacco dalla dominazione coloniale. tenendo a mente<br />

«il margine ambivalente dello spazio-nazione» 98 e il fatto che canone e<br />

identità nazionale sono intrinsecamente connessi e per lo più frutto degli<br />

stessi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso, in questa ultima sezione accennerò brevemente<br />

alle tappe principali della costruzione del canone nazionale australiano e<br />

alle con<strong>di</strong>zioni sociali e storiche che ne hanno sostenuto la (tras)formazione,<br />

soprattutto in relazione alle posizioni <strong>di</strong> testi scritti dalle minoranze e<br />

nell’ottica <strong>di</strong> quanto ho già detto nelle tre sezioni precedenti 99 .<br />

se è pur vero che la questione della creazione <strong>di</strong> un immaginario comune<br />

e dello sviluppo <strong>di</strong> un’identità nazionale costituisce una problematica<br />

<strong>di</strong> grande attualità all’interno del percorso storico <strong>di</strong> ogni nazione con un<br />

passato coloniale, in australia il <strong>di</strong>battito è stato tale da generare profonde<br />

fratture culturali e indurre critici e storici a parlare <strong>di</strong> «ossessione nazionale»<br />

<strong>10</strong>0 per denominare quella ricerca costante <strong>di</strong> un’immagine comune<br />

da poter incorniciare e in cui effettivamente riconoscersi. alla base della<br />

nascita della nazione australiana <strong>moderna</strong> aleggia lo spettro <strong>di</strong> un periodo<br />

<strong>di</strong> violenta e drammatica colonizzazione con conseguenze tragiche per le<br />

popolazioni in<strong>di</strong>gene, e la presenza <strong>di</strong> una legislatura a sfondo razzista <strong>10</strong>1 ,<br />

che per quasi un secolo ha regolato la composizione etnico-culturale del<br />

paese, e allo stesso tempo, ha contribuito a bollare negativamente le <strong>di</strong>verse<br />

ondate migratorie ‘non-bianche’ succedutesi una volta abrogata la<br />

legge, al punto che queste erano obbligate ad ‘anglicizzarsi’ attraverso una<br />

tacita politica <strong>di</strong> assimilazione <strong>10</strong>2 . Per tutto il <strong>di</strong>ciannovesimo e la maggior<br />

parte del ventesimo secolo, dunque, queste con<strong>di</strong>zioni storico-politiche sostengono<br />

la maggioranza anglo-celtica e le sue espressioni culturali come<br />

sinonimo <strong>di</strong> australianità e le promuovono come leggittime e autorevoli.<br />

sino alla fine degli anni ottanta, la presenza delle minoranze in<strong>di</strong>gene e<br />

<strong>di</strong> quelle etniche è per lo più rimossa dalle pratiche <strong>di</strong>scorsive nazionali e<br />

dalle sue relative rappresentazioni. nello sforzo <strong>di</strong> «immaginare» un modello<br />

comune <strong>di</strong> identità nazionale omogeneo e continuativo, ai processi<br />

<strong>di</strong> «invenzione» e slanci <strong>di</strong> «immaginazione» storica e culturale (White<br />

1981, anderson 1983, <strong>di</strong>xson 1999), si sono affiancati prolungati «perio<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> amnesia collettiva pianificata» <strong>10</strong>3 operanti a livello storico-culturale, che<br />

si sono protratti sistematicamente sino alla fine degli anni ottanta, con lo

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