biblioteca di studi di filologia moderna – 10 - Firenze University Press
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luisa PÈrcoPo<br />
un processo contro-<strong>di</strong>scorsivo (cfr. tiffin 1987 e Thieme 2001). in questo<br />
senso, per esempio, la rilettura fatta dalla dominicana Jean rhys <strong>di</strong> Jane<br />
Eyre <strong>di</strong> charlotte brontë in Wide Sargasso Sea (1966) <strong>–</strong> che racconta la<br />
storia <strong>di</strong> antoinette (bertha) la prima moglie <strong>di</strong> rochester, non è esclusivamente<br />
una brillante e piacevolissima rilettura in forma <strong>di</strong> prequela del<br />
romanzo della brontë, ma è soprattutto una dura critica della storia del<br />
colonialismo britannico nei caraibi e della sua ideologia 21 .<br />
contrariamente a quanto afferma Harold bloom 22 , l’ultimo <strong>di</strong> una lunga<br />
serie <strong>di</strong> critici occidentali <strong>di</strong> scuola umanistico-liberale che ha scritto<br />
sulla natura e importanza del canone nella cultura occidentale 23 , il canone<br />
è frutto dell’ideologia che lo sostiene e riflette «gli interessi (culturali, sociali,<br />
economici) e [le] credenze (religiose, politiche) <strong>di</strong> chi lo compila» 24 . in<br />
questo senso il concetto <strong>di</strong> canone che sottende a questo contributo comprende<br />
i testi e il <strong>di</strong>scorso che li produce da cui sono inscin<strong>di</strong>bili. «canone»,<br />
dunque, racchiude l’elenco dei testi ritenuti fondamentali, autorevoli<br />
e intramontabili per una data cultura, ma <strong>di</strong>venta imprescin<strong>di</strong>bile dalle<br />
istituzioni e dai <strong>di</strong>scorsi socio-culturali e politici che sostengono tali testi<br />
piuttosto che altri. la <strong>di</strong>stinzione, che bloom ci esorta a sostenere, tra «la<br />
forza e l’autorità estetiche del canone occidentale da qualsivoglia conseguenza<br />
spirituale, politica o persino morale che esso può avere favorito» 25 ,<br />
è francamente utopica e allo stesso tempo preoccupante. con questo non<br />
voglio negare l’importanza e il piacere <strong>di</strong> leggere i testi assurti da bloom<br />
a far parte del «canone occidentale», né l’esistenza <strong>di</strong> quella che bloom,<br />
usando il termine coniato da baudelaire e utilizzato in seguito da auerbach,<br />
definisce «la <strong>di</strong>gnità estetica del canone», che per il critico americano<br />
costituisce «una delle [sue] inuttabili stigmate [... e] non può essere<br />
presa in prestito» 26 . tuttavia, non si può evitare <strong>di</strong> tenere in considerazione<br />
che la cultura e le sue forme estetiche derivano da esperienze storiche<br />
e, quin<strong>di</strong>, vorrei partire dalle posizioni <strong>di</strong> bloom per giungere ad esporre<br />
il concetto <strong>di</strong> ‘canone’ così come inteso in questo lavoro, ma soprattutto<br />
come inteso in campo post-coloniale. in questo modo sarà più facile delineare<br />
la natura dei rapporti tra canone e post-coloniale e tra le due <strong>di</strong>verse<br />
categorizzazioni <strong>di</strong> testi.<br />
bloom sceglie ventisei scrittori e identifica nella loro singolarità e originalità<br />
le qualità che li hanno resi canonici, ossia «autorevoli nella nostra<br />
cultura» 27 . «un segno <strong>di</strong> originalità capace <strong>di</strong> assicurare status canonico<br />
a un’opera letteraria è una sigolarità che mai assimiliamo del tutto o che<br />
<strong>di</strong>viene un dato tale che restiamo abbagliati dalle sue i<strong>di</strong>osincrasie» 28 . shakespeare<br />
e dante sono le figure centrali e la fonte <strong>di</strong> ispirazione per gli autori<br />
successivi, i quali, secondo bloom, hanno scritto le loro opere migliori<br />
spinti dall’«ansia dell’influenza», nel tentativo <strong>di</strong> eguagliare questi ultimi<br />
in grandezza: «non può esservi scrittura forte, canonica, in mancanza <strong>di</strong><br />
influenza letteraria» 29 . «competizione», «contaminazione» e «contingenza»<br />
governano la letteratura il cui «desiderio <strong>di</strong> produrre grande scrittura è il<br />
desiderio <strong>di</strong> essere altrove, in un tempo e un luogo propri, in un’originalità<br />
che non può non mescersi con retaggio e ansia <strong>di</strong> influenza» 30 . se, per