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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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quasi a selezionare nel tempo, personesempre più preoccupate dellaloro salute, che ricorrono a secondipareri, magari sempre in Internet,che richiedono periodicamenteesami strumentali di controllo, cheabbisognano costantemente di rassicurazione.Qui a volte si raggiungeil controsenso che l’esame diagnosticovenga interpretato cometerapia, sia dal paziente, ma anchedal medico: se l’esame è negativosiamo tutti più tranquilli…L’avvento di Internet come fontequasi inesauribile di informazioniin tempo reale si inserisce in uncontesto più generale di sviluppodella capacità/possibilità di comunicazioneimmediata ovunqueci troviamo.Da questo punto di vista ancheil telefono cellulare ha avuto, amio parere, delle ricadute nontrascurabili sul rapporto medicopaziente.La mancanza di qualsiasifiltro di tipo temporale, quale semplicementeil tempo necessario perraggiungere un telefono fisso perpoter comunicare, ha fatto in modoche qualsiasi piccolo problema disalute, quasi sempre autorisolvibilein poco tempo, o anche la più lievecuriosità che viene improvvisamentealla mente, si trasformi immediatamente,e in ogni luogo ci si trovi,in una comunicazione telefonicacon il proprio medico. <strong>Il</strong> medico, asua volta, raggiungibile ovunque,si trova sempre più spesso immersoin un impegnativo “multitasking”,a volte semplicemente faticoso(mentre sto andando in auto a fareuna visita devo rispondere a due,tre telefonate), a volte disturbantela qualità del lavoro complessivo(mentre sto parlando a un pazientedella sua grave malattia, un altromi chiede una banalità).Ovviamente la questione non èrisolvibile semplicemente evitandodi rispondere. Lo “standard” è ormaiquesto, e se il proprio medico nonè raggiungibile, si va in prontosoccorso…L’incremento di questo “rumoredi fondo” ha già trovato in letteraturaun nome: empty medicine,medicina vuota.La possibilità di reperire immediatamentequalsiasi tipo diinformazione, e di comunicare subitoovunque ci si trovi, sta inoltrecreando, e questa è forse la conseguenzain prospettiva più rilevante,una sorta di percezione dei tempidi diagnosi e cura che sembra piùcoerente con un tempo virtuale checon il vero tempo biologico.Le conseguenze sono già visibilinella pratica quotidiana, enell’evoluzione del rapporto medico-paziente.Appare sempre menopraticabile, per esempio, l’utilizzodel tempo come strumento diagnostico.Aspettare alcuni giorni ainstaurare una terapia antibioticain caso di febbre, procedura assolutamentecorretta dal punto divista tecnico in quanto permette didiscriminare i più frequenti eventiautolimitanti, sta diventando semprepiù difficile. Difficile è persinoconvincere che una terapia antibioticarichiede comunque un temponon infinitesimo per manifestarela sua efficacia (“Ho preso il primoantibiotico sei ore fa e ho ancorala febbre…”).129Provincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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