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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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Comunicazione e “silenzio terapeutico”94ste nel curare e prendersi cura dellapersona, nel rispetto della vita, dellasalute, della libertà e della dignitàdell’individuo”.È chiaro che il rispetto dellapersona non può prescindere dallacorretta informazione della stessapersona sulle sue reali condizioni.Analoga contraddizione con la volontàdi non essere informati si vedechiaramente negli articoli 13 e 16del Codice di deontologia medicadove si parla di scelte terapeutichee di “libertà del paziente di rifiutarlee di assumersi la responsabilità delrifiuto stesso” e di accanimentoterapeutico con la prescrizione almedico di valutare le situazioneanche “tenendo conto delle volontàdel paziente”. Volontà del pazientee libertà di rifiutare le cure nonpossono evidentemente esercitarsicorrettamente in assenza di unapiena consapevolezza basata sullareale conoscenza dei fatti e delleprospettive in termini di cura,possibilità di guarigione e qualitàdella vita.La contraddizione fra il riconoscimentodella titolarità delle decisionial malato e il diritto a non essereinformato (delega a terzi della responsabilitàdelle decisioni) vienesancita nei codici professionali agliarticoli 33 del Codice di deontologiamedica: “il medico deve fornire alpaziente la più idonea informazione,sulla diagnosi, sulla prognosi, sulleprospettive e le eventuali alternativediagnostico-terapeutiche e sulleprevedibili conseguenze delle scelteoperate. […] La documentata volontàdella persona assistita di nonessere informata o di delegare adaltro soggetto l’informazione deveessere rispettata” e 4.5 del Codicedell’infermiere che stabilisce chel’infermiere “garantisce le informazionirelative al piano di assistenzae adegua il livello di comunicazionealle capacità del paziente di comprendere.Si adopera affinché lapersona disponga di informazioniglobali e non solo cliniche e ne riconosceil diritto alla scelta di nonessere informato”.Fortunatamente nella realtà dellapratica clinica quotidiana questacontraddizione si verifica raramente:nei trentacinque anni della miaesperienza di medico ospedalierosono stati pochi i casi nei quali ilpaziente ha richiesto di non essereinformato. Anche in questi casi èstato comunque possibile modificarequesto atteggiamento durante ilpercorso di cura grazie a un’attentavalutazione degli aspetti psicologicie con l’aiuto di persone vicine al malato.Molto spesso l’iniziale richiestadi non essere informato nasce daltimore di non riuscire a sopportareil peso della notizia negativa e dallapaura che il passaggio di informazionicon la successiva responsabilitàpersonale nelle decisioni sia ilpreludio a un abbandono da partedei curanti.È quindi fondamentale chiarirequanto vi sia di realmente razionalenel rifiuto dell’informazione equanto invece in questo atteggiamentosia importante il timore dinon essere aiutato a sopportare e asuperare la paura della sofferenza edella morte.Provincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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