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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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<strong>Il</strong> <strong>destinatario</strong> dell’informazione <strong>sanitaria</strong>24l’istanza di autonomia e di giustiziaa cui abbiamo fatto brevementecenno. Non è dunque detto cheun rispetto incondizionato dellescelte del paziente, quand’ancheil medico o il professionista dellasalute fossero d’accordo con questi,sia compatibile con le istanze digiustizia rivendicate da un serviziodi salute pubblico.La prima istanza, quella relativaalla autonomia, è entrata in medicinacon irruenza e probabilmenteancora fatica a trovarvi ospitalitàpiena. La bioetica ne è stata latestimone più nota dando vocea quella che da più parti è statachiamata la crisi del paternalismo.In essa si è sentita con forza lavoce dei pazienti che hanno rivendicatoil diritto di scegliereanche in merito a questioni legatealla propria salute. Si badi bene: ipazienti non sarebbero autorizzatia scegliere “nonostante” sianomalati, ma proprio “perché” sonotali. È una rivoluzione radicale. Nonche prima i pazienti non godesserodella libertà decisionale: semplicemente,si riteneva che non fosseronelle condizioni di scegliere, siaper la condizione di malattia cheper l’assenza di conoscenze edesperienza in merito a essa. Affidarsia un esperto era, e spessoancora è, la cosa migliore. <strong>Il</strong> connubiotra paternalismo e medicinascientifica tecnologica era garantedi qualità.Ma, ci chiediamo oggi, fino ache punto? Di cosa è esperto ilprofessionista? I pazienti (o almenoper una parte di loro) oggi rivendicanouno spazio per le propriescelte non tanto e non solo perdifendersi da una medicina ritenutatalora eccessivamente invasiva,ma forse anche per l’acquisizionedi un cambiamento culturale inmerito alla gestione della propriacorporeità. 17 Essi lo fanno nellaconsapevolezza di essere le personepiù indicate a esprimere giudizi divalore sul proprio stato, spesso perchésono proprio “loro” quelli che lovivono e ne hanno fatto esperienza.Naturalmente non pretendono didiagnosticare la propria malattia odi sostituirsi al sapere tecnico deicuranti. Essi però rivendicano lapropria competenza e legittimitàdecisionale in questioni attinentila propria qualità di vita. Voglionoessere loro, spesso, a decidere comevivere il tempo che gli resta, a valutarel’opportunità o meno di seguireuna certa terapia, ad accettare omeno di vivere la malattia nellemodalità suggerite dai professionisti.Si è dunque in parte rottal’equivalenza “bene clinico = benedel paziente”, non tanto perché imedici non sappiano fare bene illoro lavoro, ma piuttosto perchéi pazienti si sono ritagliati unospazio di autonomia e responsabilitàdecisionale che comporta unaridefinizione di parte dei ruoli edei comportamenti di entrambe leparti, sempre che a essere in giocosiano solo due attori e non, comepare, molti di più.La seconda istanza, quella digiustizia, è testimoniata, per esempio,dalla nascita in Italia del SSN(Servizio Sanitario Nazionale) nel1978 e dalla rivoluzione aziendalistaavvenuta in sanità nel 1992.Provincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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