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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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Comunicazione e responsabilità172spiritualità. Si discute sempre di piùdel “dolore”inutile”, ma la sofferenzava oltre il dolore fisico. Nietzsche hascritto: “<strong>Il</strong> malato soffre più dei suoipensieri che della stessa malattia”.Se il medico è competente sulla malattia,il malato è l’unico competentea dire come la vive e la soffre, solo ilpaziente sa quali sintomi accusa e ladescrizione dei sintomi è varia quantoi pazienti stessi. <strong>Il</strong> medico deveimparare dal malato le informazionisu come vive la malattia.Quest’esigenza è molto sentitafra i malati e spiega perché moltiche si rivolgano alle medicine nonconvenzionali, forse perché in queicontesti curante e curato si interroganoinsieme sul male e la cura.Terzani nel suo racconto sull’approcciocon la medicina occidentaledice a questo proposito: “Io eroun corpo, un corpo ammalato daguarire. E avevo un bel dire: ma iosono una mente, forse anche unospirito e certo sono un cumulo distorie, di esperienze, di sentimenti,di pensieri, di emozioni che con lamia malattia hanno probabilmenteavuto un sacco a che fare! Nessunosembrava volerne o poterne tenereconto. Quello che veniva attaccatoera il cancro ben descritto neimanuali. Ma non il mio! Non persial fiducia nei medici a cui mi eroaffidato, anzi. Ma più li conoscevopiù sentivo che erano come violinicui mancava una corda. L’esperto diturno non veniva a toccarmi, o adauscultarmi. La sua attenzione erarivolta esclusivamente a pezzi, allaloro rappresentazione, all’immagineche di quei vari pezzi comparivasullo schermo del suo computer”.La responsabilità del pazienteTuttavia non è in gioco solo il miodiritto di malato a essere preso incura, a essere informato e ascoltato,a esprimermi sul modo in cuivivo la malattia.C’è anche il mio diritto/doveredi contribuire ad accrescere, comepaziente, la scientificità dellarelazione terapeutica. La quale,quando funziona, non produce solouna cura, ma un sapere, un saperenuovo, condiviso, prodotto dall’incontrotra competenza disciplinaredel medico e sapere di sé.Se per medici può risultarefondamentale potenziare maggiormentela propria formazione, anoi pazienti serve comunicare siaverticalmente che orizzontalmentetra noi: per imparare a trattare colmedico, per rassicurarci, per rafforzarci,ma anche per elevare il livellodi consapevolezza e costruire unpatrimonio culturale condiviso,fatto di esperienze di cura e comunicazione,che consenta di aumentarela conoscenza, di avere unconfronto con la scienza medica, dipensare nel merito e nel metodo dicura e di comunicazione. In quantopersone dotate di conoscenze (peresempio sugli effetti dei farmacisul proprio organismo), possiamotrasformare diversi aspetti dellaprassi medica, fra cui anche il modoin cui si guarda alla malattia.In generale tutte le associazionidei malati sono un luogo dimediazione tra pazienti e medicinae svolgono un ruolo propositivodando impulso alla ricerca anchesulla base dei dati epidemiologicidei propri soci. Medici e ricerca-Provincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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