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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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L’efficienza, infatti, è condizionesine qua non per la creazione di unservizio sostenibile nel tempo. Daqui le reiterate critiche degli economistiai medici e i reiterati tentatividi introdurre strumenti di controllo,di misurazione, di calcolo, per unagestione più oculata delle risorse,umane come materiali. Abbatteregli sprechi, razionare e razionalizzarele risorse. Ecco i nuovi mantradella medicina. Sappiamo comequesto processo non sia esente dacritiche e sappiamo anche che, avolte, questo processo ha perso divista le ragioni del suo darsi – cheè il mantenimento di un serviziodi cura equo, e non l’introduzionedel libero mercato nello scenariodi cura. Ora qualcuno potrà ritenereche il libero mercato in sanitàpossa aiutare quest’ultima a offireun servizio migliore. È questa unapossibilità su cui si potrebbe discutere.Resta il fatto, però, che comela tecnica e la scienza devono farei patti con quei gesti originari dicura da cui provengono e da cui inparte traggono la propria sorgentedi senso, anche le istanze economichedevono poter integrarsi inmodo convincente con la cura di cuisono al servizio. Non viceversa.Eppure spesso si ha l’impressioneche avvenga proprio il contrario.È proprio la cura, nel suo gestooriginario e primo, quella che sisente perduta e alienata, tanto neglieccessi tecnico scientifici, comein quelli burocratici amministrativie, ora, aziendalistici. Dal momentoche in gioco sono delle questionidi fondo, le reazioni spesso sonoforti e conflittuali, tanto tra iprofessionisti come tra i pazienti.La capacità di tenere insieme questediverse forze, di non generareforze eccessivamente centrifughe,risulterà in una medicina sufficientementeaccettabile e capace,entro certi limiti, di portare a compimentola sua difficile funzioneprobabilmente non più da sola main sinergia con altre forze.Riprendendo la questionedel “chi”…Quanto sin qui detto ci permette sinda ora, di ritornare sulla questionedel “chi”: la questione del <strong>destinatario</strong>dell’informazione <strong>sanitaria</strong>.I molti volti a cui avevamo fattoriferimento, in effetti, ci attestanoil carattere fluido, in movimento,della nostra situazione. Non sonopiù il risultato di un’arbitrariavolontà, ma lo sforzo di ricostruirela cura nel contesto attuale. Eccoallora che il “paziente” (puntodi partenza della cura, in quantosimbolo del patire, del soffrire, acui la cura sin dalle sue origini sirivolge) è anche un “malato”. Ed èun malato perché è portatore, purcon tutti i limiti legati alle classificazionie al presunto statutoontologico delle nostre classificazionidiagnostiche, di quello chenoi chiamiamo una “malattia”. Nonè affatto indifferente per la cura ilfatto che noi cerchiamo di interveniresulle malattie, anche se questotalora comporta, seppure non semprenecessariamente, delle praticheimpersonali e la nostra riduzione ameri casi, numeri o quant’altro. Peròil paziente, il malato, oggi rivendicacon forza il proprio statuto morale.25Provincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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