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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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Comunicazione e responsabilità168paradosso: riveriti quando eranorelativamente inefficaci (come Thedoctor, impotente nei confronti dellamalattia – forse polmonite – delbambino), essi si trovano semprepiù soggetti a critiche oggi, quandosono in grado di cambiare il decorsodi molte malattie gravi. Forsequesto accade perché il possesso ela gestione di tecnologie e rimedidi grande efficacia può trasformareil medico in esperto che ripara oguarisce guasti biologici, ma che haperso la capacità di vedere il malatocome una persona e di stabilire conlui quel particolare rapporto umanoche definiamo empatia.Anche il padre del cubismo, PabloPicasso, nei primi anni di studio all’Accademiadi Barcellona, si cimentacon il tema della malattia in Scienzae Carità (1897). L’opera è eseguitasecondo le esigenze del saggio accademico,ancora dentro il filonedel realismo spagnolo, da cui dopoqualche anno Picasso si emanciperà acontatto con la cultura artistica parigina.La Scienza è rappresentata dalmedico al capezzale di una paziente,mentre la Carità è rappresentata dauna monaca che tiene in braccio ilfiglioletto della malata. Scienza e Caritàche qui sono raffigurate insieme,a fianco della malata, si separerannopoi in modo sempre più netto nelcorso del ‘900.Da quando siamo un colloquioMolto ha esperito l’uomo.Molti celesti ha nominatoda quando siamo un colloquioe possiamo ascoltarci l’un l’altro.(Friedrich Hölderlin, 1770-1843).Un paziente “esigente”Integrare queste significative testimonianzeletterarie e artistichecon il racconto della mia esperienzadella malattia non intende personalizzarei problemi della relazionedi cura, ma cercare di evidenziarequelle che possono essere le attesedi ogni malato nei confronti dellarelazione e della comunicazione conil proprio medico.Nella mia vita ho incontrato diversimedici: bravi, meno bravi, piùo meno attenti, più o meno sensibili,più o meno capaci di comunicare, piùo meno inclini a disporsi all’ascoltodel paziente, ho incontrato medicipervasi di onnipotenza, oppure dotatidi una maturazione personale che,in qualche caso, passava attraversola cognizione del dolore, i “guaritoriferiti”, cioè i curanti consapevoli dellacomune matrice umana, corporea emortale che unisce al di là dei ruoli,medico e paziente.La malattia, il doloreHo capito, durante la malattia, che ilrapporto con il dolore, la sofferenza,la cura, l’esperienza della malattia,attengono al vivere quotidiano: lamalattia non è un mero accidente,ma in ogni caso la via di una trasformazione,l’accesso a un nuovopercorso interiore.La malattia, la sofferenza sono,in fondo, come colpi di una sondache rimuovono le nebbie dell’indifferenza,ridestandoci, come dicevaRainer Maria Rilke (Lettere a ungiovane poeta), a una conoscenzadiversa di sé e egli altri.La sofferenza cambia il nostromodo di vivere e di morire, cambiaProvincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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