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Il destinatario dell'informazione sanitaria - Trentino Salute

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Comunicazione e responsabilità180disponibilità a incontrarsi. La signora,pur migliorata clinicamente,non aveva raggiunto la completaautosufficienza e, inoltre, un lievedeterioramento cognitivo la rendevainabile alla gestione autonomadella terapia. La realizzazione di unprogetto di continuità assistenzialesul territorio procedeva molto arilento. Ma, alla fine, anche graziealla nipote, si riuscì a creare unarete sul territorio proponendo allasignora una soluzione che lei accettò:un periodo in lungodegenzain attesa di un posto in RSA – chepoteva essere temporaneo, in attesadell’attivazione di adeguatosupporto sociosanitario a domicilio,oppure definitivo, se la signora sifosse trovata bene. Si è provvedutoinoltre a fornirla di un apparecchioacustico, eliminando una barrierache si poneva tra lei e gli altri. Recentemente,la nipote ci ha riferitoche la zia, nella RSA dove si trova,è soddisfatta e si sente protetta eaccudita.Questa storia è emblematica:avere creato le condizioni organizzative,avere cioè individuatouna figura dedicata alla gestionedi casi complessi, anche sul pianocomunicativo, ha permesso diarrivare a una soluzione soddisfacenteprevedendo anche il temponecessario alle persone coinvolteper maturarla.Sono necessari quindi modelliorganizzativi centrati sulla presain carico e sulla continuità assistenziale,aventi come finalitàanche la creazione di una rete disupporto che aiuti il paziente ela famiglia a trovare risposte adeguate.Di supporto a tali modellisono gli strumenti di integrazione(cartella clinica integrata, piani didimissione, percorsi educativi, letteredi dimissione…) il cui utilizzodeve consolidarsi diventando prassicondivisa.Ma sono necessari anche modelliorganizzativi che prevedano losviluppo e la differenziazione dellecompetenze. La sperimentazione diuna figura di collegamento, che nellanostra realtà è stata individuatanel coordinatore di percorso, è unadelle modalità organizzative sperimentatein diversi Paesi europeie anglosassoni. Questa scelta è inlinea con il dibattito che si sta sviluppandoall’interno della professione,riguardante la ricerca di modelliorganizzativi che meglio rispondonoai mutati bisogni di salute e chepermettano di sperimentare buonepratiche nella comunicazione centratasul paziente.Altri modelli organizzativi estrumenti di integrazione, quali ilprimary nurse e il case manager,già sperimentati in alcune realtà,ci suggeriscono di muoverci in altredirezioni. Creare le condizioni organizzativesignifica stabilire “chi risponde”e “a chi si risponde”, crearespazi organizzativi per ampliare“spazi mentali” e costruire un climadove la centralità del paziente e lafamiglia fanno crescere una culturadi complementarietà piuttosto chedi contrapposizione e dipendenzagerarchica. Creare le condizioni organizzativesignifica anche rivederemodalità e strumenti di gestioneche già possediamo, come l’inserimentodi un neoassunto, il profiloProvincia Automa di Trento - Punto Omega n. 24

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