22.04.2013 Views

Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

massime concentrazioni di beni da <strong>tutela</strong>re e che, oltretutto, ha sostanziato le istanze di<br />

<strong>tutela</strong> provenienti ormai da anni dagli ambienti culturali e associativi.<br />

E’ la zona delle vette, delle rocce, degli antichi spazi glaciali, delle grandi foreste, che si<br />

estende da M.te S.Franco al M.te Cappucciata comprendendo di fatto tutte le<br />

componenti più caratteristiche della natura del Gran Sasso.<br />

Sono infatti comprese le massime elevazioni e i crinali sommitali, nonchè l’insieme delle<br />

valli e delle conche carsiche intermontane. In particolare i luoghi naturali nevralgici della<br />

montagna, quali il Campo Pericoli e il Venacquaro, la Valle dell’Inferno, la Valle<br />

d’Angri, la Val Maone, l’alta Val Chiarino, il Fondo della Salsa e gran parte dei ripidi<br />

versanti boscosi settentrionali del settore orientale della catena, nonchè le foreste e le<br />

valli settentrionali, dell’Inferno e del Paradiso, del Monte S.Franco.<br />

La riserva generale orientata viene invece a comprendere pressochè tutti quegli<br />

spazi storicamente utilizzati per il pascolo estivo delle greggi, interessati ancor oggi da<br />

un certo carico di bestiame e da una diffusa attività umana, in parte anche agricola.<br />

Infatti gran parte di questa zona di <strong>tutela</strong> è attestata <strong>nel</strong> versante meridionale del<br />

massiccio, comprendendo a settentrione solo alcune ristrette fasce interstiziali tra le<br />

pendici montane forestali e le zone collinari coltivate.<br />

L’estensione meridionale del Campo Imperatore, la Valle del Voltigno, i pascoli<br />

pedemontani a ridosso dei centri abitati più elevati, come <strong>nel</strong> caso dei Monti d’Aragno,<br />

le aree degli ex-coltivi a quote elevate sono state introdotte in questa zona di <strong>tutela</strong>,<br />

<strong>nel</strong>la quale risulta consentito il mantenimento delle attività tradizionali.<br />

Le aree di protezione vengono ad inglobare gli ambienti antropizzati, spesso anche<br />

contraddistinti da paesaggi agrari storici di pregio, nei quali comunque hanno sede le<br />

attività agricole più rilevanti e gli stessi centri urbani pedemontani che sono stati tutti<br />

introdotti in questa zona.<br />

Sul lato meridionale si tratta della fascia parallela alla valle del Fiume Aterno,<br />

con i suoi numerosi ed isolati centri storici da Pizzoli e Barete verso ovest, fino a<br />

S.Stefano di Sessanio e Castel del Monte verso est, comprendendo anche un’ampia<br />

area all’intorno dell’imbocco del traforo autostradale del Gran sasso.<br />

Nella parte settentrionale vengono invece comprese le grandi estensioni collinari<br />

coltivate e caratterizzate da un sistema insediativo diffuso che connota appunto questo<br />

settore territoriale, facente capo ai principali centri storici, quali Fano Adriano,<br />

Pietracamela, Isola del Gran Sasso, Castelli, Farindola, ma costellato poi da<br />

innumerevoli piccoli insediamenti agricoli sparsi sul territorio.<br />

E’ bene ora fornire qualche nota di chiarimento su questa organizzazione zonale del<br />

<strong>parco</strong> così presentata.<br />

In realtà la grande estensione proposta a “<strong>tutela</strong> integrale” contiene anche degli<br />

elementi che, secondo la linea di pensiero tradizionalista sulla pianificazione dei parchi,<br />

non potrebbero ad alcun titolo appartenere ad una unità di <strong>tutela</strong> comprendente per<br />

definizione “spazi selvaggi”.<br />

Infatti, in questo perimetro di riserva integrale sono presenti anche alcuni<br />

pascoli di alta quota in parte tutt’oggi frequentati.<br />

E’ però anche vero che questi suoli “antropizzati” insistono su contesti<br />

geomorfologici di enorme rilievo naturalistico e paesaggistico, come circhi e valli<br />

glaciali, creste e crinali, fenomeni carsici superficiali, ed è altresì vero che, questi stessi<br />

luoghi, sono biotopi di notevole interesse, sia per le specie che ospitano, sia per quelle<br />

che potenzialmente potrebbero esservi reintrodotte.<br />

120

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!