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Progetto parco, tutela e valorizzazione dell'ambiente nel ... - Planeco

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in virtù della transumanza. E' opinione suggestiva ma non controllabile quella che<br />

vorrebbe riportare il termine "tavoliere" alle tabulae censorie <strong>nel</strong>le quali erano<br />

registrate le proprietà dello stato romano(7).<br />

Per uscire dal generico possiamo distinguere per l'epoca romana due gruppi di<br />

documentazione riferibili una al periodo tardo repubblicano ed una al periodo Giulio-<br />

Claudio. Per il primo periodo oltre a De agri cultura di Catone abbiamo la<br />

fondamentale De rustica di Varrone di cui è parte importantissima il De re pecuaria e<br />

infine la Pro Cluentio di Cicerone(8). Fonti preziose che ci danno informazioni<br />

abbastanza ricche sui modi in cui si effettuava la transumanza.<br />

Il periodo imperiale è ricco di testimonianze per le più poetiche e in genere letterarie.<br />

L'ager pubblicus s'è ridotto dopo le assegnazioni agrarie del I sec. A.C.. Colum<strong>nel</strong>la<br />

tratta brevemente dell'argomento (8). Plinio il giovane vi fa riferimento esplicito in una<br />

lettera del I sec. d.C. in moltissimi e illuminati passi (10). Ma <strong>nel</strong> periodo imperiale<br />

sono ricche anche le testimonianze epigrafiche. Notissima quella di Saepinum <strong>nel</strong><br />

Molise relativa alle vessazioni cui erano sottoposti i pastori quando transumavano lungo<br />

il tratturo, quello proveniente da Pescasseroli, che attraversava la città. Riguarda<br />

l'iscrizione, le greggi imperiali che, come noto, costituivano un cospicuo patrimonio che<br />

si avvaleva dei ricchissimi demani imperiali e di aree stagionali complementari.<br />

L'iscrizione è una epistola che i Praefecti del pretorio inviavano agli Stationarii<br />

ovvero agli ufficiali del fisco di Boviano e di Sepino i quali sottoponevano a vessatori<br />

controlli i conductores delle greggi imperiali in base al sospetto che tra loro potessero<br />

nascondersi dei fugitivi e che parte delle greggi provenisse da abigeato. L'epistola si<br />

sviluppa quindi come admonitio perchè le vessazioni non abbiano a ripetersi (11). Da<br />

numerose fonti è possibile ricostruire la vita pastorale dei secoli dell'età imperiale .<br />

Soprattutto le controversie che nascevano dagli sconfinamenti e dai saccheggi che<br />

molte volte i pastori effettuavano <strong>nel</strong>le terre che confinavano con le calles. Ciò in<br />

epoca gotica si desume avvenisse da un'iscrizione rinvenuta <strong>nel</strong> tratturo nei pressi di<br />

Biferno (12).<br />

Epoca gotica: siamo alla fine della struttura romana del potere.<br />

Quale sarà il destino della grande transumanza?<br />

Non sapremmo dire quali fossero le vicende <strong>nel</strong> periodo che va dalla caduta<br />

dell'impero romano al mille. E' certo però un fatto: in quel periodo travagliatissimo<br />

scompaiono diverse città. Per limitarci agli ambiti della zona che sarà poi aquilana<br />

basterà accennare ad Amiternum di cui non si registra più notizia fin dal VII o VIII<br />

secolo, a Forcona di cui non si rinvengono neppure i ruderi, a Foruli che si dissolve, a<br />

Peltuinum che sorgeva <strong>nel</strong> bel mezzo del tratturo(13). Una pungente curiosità, che va<br />

ben oltre quella meramente scientifica, ci spingerebbe a sapere come possa essere<br />

accaduto che città di quelle dimensioni (basterebbe soffermarsi a considerare i cospicui<br />

ruderi del teatro e dell'anfiteatro di Amiternum) siano completamente scomparse.<br />

Amiternum poi era città della buona provincia romana se aveva espresso dal suo seno<br />

un Sallustio. Fonte della sua ricchezza erano state indubbiamente una buona agricoltura<br />

ed una cospicua transumanza.<br />

Per la prima basterà ricordare la descrizione che Plinio fa delle sue terre produttrici del<br />

famoso scalogno che farà definire gli Amiternini cipollari, per la seconda basterà solo<br />

ricordare che Cicerone <strong>nel</strong>la Pro Cluentio fa riferimento ai pastori di Ancharius ed a<br />

quelli della famiglia dei Paciani che sono proprietari di fondi in Amiternum (14).<br />

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